Svolta nelle indagini per l’affondamento della Nuova Iside, il peschereccio colato a picco al largo di San Vito lo Capo il 12 maggio dell’anno scorso. Il tribunale di Palermo ha accolto la richiesta della procura in merito all’arresto dell’armatore Raffaele Brullo, del comandante Giuseppe Caratozzolo e del terzo ufficiale di coperta della motonave Vulcanello, Gioacchino Costagliola.
L’imbarcazione è ritenuta responsabile dell’incidente, che causò la morte di tre pescatori. Le accuse per i marittimi sono di omicidio colposo e naufragio colposo, mentre l’armatore è ritenuto responsabile di frode processuale e favoreggiamento personale. I provvedimenti sono stati notificati dalla guardia costiera palermitana: in carcere sono finiti il comandante e il terzo ufficiale di coperta, mentre ai domiciliari si trova l’armatore.
Al centro delle indagini è finita la scatola nera della nave Vulcanello. Fondamentale inoltre l’ispezione della carena della nave e gli accertamenti sullo scafo. Tutti passaggi che hanno permesso di raccogliere elementi su un possibile impatto con la Nuova Iside. Tra gli indizi che hanno portato ad accreditare la tesi degli inquirenti c’è anche una sospetta tinteggiatura dello scafo della Vulcanello.
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