Dotati di metal detector e dell’attrezzatura utile a recuperare reperti della Noto antica. Sono stati colti in flagranza di reato dai carabinieri due tombaroli, denunciati per ricerche archeologiche non autorizzate e impossessamento illecito di beni culturali appartenenti allo Stato.
I militari della sezione Tutela patrimonio culturale di Siracusa, insieme a quelli delle Stazioni di Testa dell’Acqua e Canicattini Bagni, nell’ambito di servizi finalizzati a contrastare il fenomeno degli scavi clandestini, li hanno sorpresi all’interno dell’area archeologica di Noto Antica, mentre effettuavano delle ricerche archeologiche non autorizzate. I due tombaroli, alla vista dei militari, hanno tentato la fuga cercando di disfarsi degli attrezzi che poco prima avevano utilizzato, ma sono stati prontamente bloccati.
Sono quindi stati sequestrati 30 oggetti metallici di vario tipo e sette monete in bronzo di epoca ellenistica, nonché il metal detector e le attrezzature usate per le ricerche archeologiche clandestine. «Il fenomeno degli scavi clandestini – precisano dal nucleo Tutela del patrimonio culturale – vede la Sicilia, anche nel 2017, tra le Regioni italiane maggiormente interessate. In tale contesto, l’operazione portata a termine costituisce un importante segnale della presenza dello Stato, impedendo, così, che importanti testimonianze della storia siciliota vadano per sempre disperse».
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