«Oh, guarda che venerdì c’è sciopero generale». «E che vuol dire?». «Che scioperano tutti: Cgil, Cisl e Uil. E pure la Fiom». Questo lo scambio di battute tra due giovani universitari in metropolitana, ascoltato da chi scrive. Poche parole ma che rendono evidente come per i sindacati sia urgente togliersi di dosso l’immagine polverosa che sembrano trasmettere per comunicare anche con i più giovani. E pare proprio voler andare in questa direzione la Cgil di Catania, che da qualche tempo ha iniziato a usare con maggiore incisività gli strumenti del web, facendo da apripista anche a livello nazionale. L’ultimo esempio sono gli strikemovie, brevi video autoprodotti con i cellulari in cui i dirigenti spiegano perché saranno in piazza domani – allo sciopero proclamato da Cgil e Uil – con un concentramento alle 9 in piazza Roma e la partenza del corteo per le vie del centro cittadino alle 9.30. Per esprimere la propria contrarietà alla riforma della Pubblica amministrazione, al Jobs act, alla legge di Stabilità e alla politica economica del governo di Matteo Renzi. Un metodo tradizionale, la protesta in piazza, a cui si affiancano nuovi strumenti di partecipazione via web così fortunati da aver creato adesso un’apposita struttura di comunicazione online, il cui responsabile è Massimo Malerba. «Noi siamo un gruppo dirigente che impara in continuazione – commenta Giacomo Rota, segretario della Camera del lavoro etnea – Abbiamo una forte presenza di giovani e giovanissimi che ci hanno più volte sollecitato verso i nuovi linguaggi, che io stesso uso moltissimo per lavoro e per informarmi».
L’utilità dei social network anche per i sindacati era già evidente a partire dai video satirici lanciati dalla Cgil etnea in occasione di altre manifestazioni. L’ultimo, a novembre, è stato L’assassino del call center, un giallo ironico che denunciava la situazione di migliaia di precari. Adesso arrivano gli strikemovie. «I video lanciati da Catania sono poi stati ripresi anche oltre la Sicilia e la stessa pratica è ormai diventata diffusa anche alla Cgil nazionale», spiega Massimo Malerba. Un’avanguardia che nasce da un’esigenza: «Abbiamo bisogno di recuperare popolarità e credibilità anche sul web, perché lì la gente vive e si informa. Oltre al territorio e ai luoghi di lavoro, le persone vanno rintracciate anche online, dove sono comunque persone in carne e ossa», aggiunge. E dell’importanza di «sistemi nuovi di partecipazione» è convinto anche Rota, che ha appoggiato la creazione di un’apposita struttura per la comunicazione online all’interno della Cgil etnea. «Il web è uno strumento di democrazia e partecipazione – spiega – Quella della Cgil Catania è tra le più importanti Camere del lavoro d’Italia come rappresentanza di giovani e precari. Usare i nuovi media significa scommettere sulle giovani generazioni e dare stimoli a noi stessi».
Rota di un sindacato che per lo più appare poco al passo con i tempi non vuole più sentire parlare. «Il mondo sindacale non è poi così vecchio come si vuol far credere», commenta. E a dimostrarlo, promette, ci saranno domani giovani e famiglie con bambini che scenderanno in piazza contro «il jobs act e una legge di Stabilità sbagliati e decisi senza una partecipazione attiva dei rappresentanti dei lavoratori e delle lavoratrici – continua – Noi non volevamo un tavolo di concertazione classico, ma partecipare in modo democratico». In assenza di un confronto si è arrivati alla decisione dello sciopero. «Avremmo preferito non farlo perché capiamo quanto è dura in questo momento per i lavoratori – conclude Giacomo Rota – Anche noi perdiamo una giornata di lavoro e avremo una trattenuta in busta paga. Ma domani sarà anche una grande festa per il lavoro».
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