Sul Fatto quotidiano di oggi (versione cartacea) un articolo – a firma di Andrea Scanzi- divertente quanto amaro: parla delle ministre renziane che si improvvisano neo-statiste e parlano di riforme della Costituzione italiana. Un articolo divertente, di ironia elegantemente graffiante.
Ma c’è anche un lato amaro che emerge leggendo quello che abbiamo letto. Ombre che condensiamo in poche domande: a chi stiamo consentendo di mettere le mani sulla nostra Costituzione? Chi sono queste persone che si stanno prendendo il diritto di cambiare i dettati dell’Assemblea Costituente?
Ad occhio e croce, non solo si tratta di politici non eletti democraticamente per questo scopo (tutt’al più sarebbero legittimati a cambiare la costituzione europea visto che hanno ottenuto consensi alle europee non alle politiche) ma parliamo anche di persone che sul tema sfoggiano solo improvvisazione.
Basta un bel viso per essere neo-statiste? La stampa finge di non vedere quello che vedeva con le berlusconiane….
Vi proponiamo alcuni stralci dell’articolo, condividendolo in toto.
Non attaccate le renziane di bianco vestite
Di bianco vestite, sedute l’una accanto all’altra, i ministri Karina Huff Boschi e Marianna ‘Acume’ Madia davano la sensazione, peraltro giustificatissima, di divertirsi molto all’idea che qualcuno- anzitutto i media- fosse disposto a prenderle sul serio com esperte di riforme costituzionali.
La novità del renzismo è proprio questa: la disparità di trattamento di stampa e giornali nei confronti dellla loro provvisorietà politica.
Quando ad argomentare non poco confusamente erano le berlusconiane, le mitragliate moraliste dei giornalisti erano spietate. Se la Santanché veniva attaccata, nessuno tirava fuori la storiella lisa del sessimo. E così se a ricevere critiche erano la Carfagna, la Gelmini e le Biancofiore.
Adesso che le novelle statiste sono renziane, l’attegiamento cambia: a parità di impreparazione coincide una sorta di rapimento mistico generale. …
… La berlusconiana era per forza oca giuliva, emblema della mancanza di meritocrazia; al contrario le renziane hanno fatto carriera perché eredi di Nilde Iotti.
Anche il candore dei vestiti è prova certa della loro castità e candor, al contrario delle equivoche berlusconiane o peggio delle grilline volgari.
E’ vero che la Carfagna aveva provato a reinventarsi sobria in un tripuidio di tailleur e pettinature da dopoguerre, ma non adava bene comunque.
Invece la Boschi è sempre perfetta, che scelga il bianco o l’azzutrro shocking.
Le renziane sono per decreto regio – firmato da Scalfari in persona- brave, buone, anche se collezionanao gaffe. Se la Madia sbaglia ministero fa simpatia, se la Gelmini sbaglia con neutrini è uno scandalo. Se la Morani affoga nelle supercazzole economiche a Ballarò va (“e’ nesperta”), mentre se ad inciampare è una Taverna, occore evidenziare come sembri proprio la Sora Lella.
Le renziane sono palesemente droidi berlusconiane 2.0 con col buonismo finto al posto del garantismo livido, però l’imperativo di quasi tutti i media è gridare al miracolo: “Finalmente la nuova politica”….
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