E’ il giorno della manifestazione nazionale organizzata dal
coordinamento dei comitati No Muos. Un evento che, pochi giorni dopo il sequestro dell’impianto militare di telecomunicazione Usa ordinato dalla procura di Caltagirone, diventa una festa.
L’appuntamento per la partenza era alle 14 al
presidio di contrada Ulmo, che per mesi è stato il punto di riferimento della protesta. Il corteo è partito intorno alle 15 e un quarto. A una prima stima i partecipanti sono migliaia, secondo gli organizzatori tra due e tremila persone. Arrivati anche con gli autobus, se ne contano una ventina, da diverse città della Sicilia. Delegazione anche del movimento No Tav. Ingente lo schieramento di forze dell’ordine.
In prima fila anche il sindaco di Palermo,
Leoluca Orlando, come presidente dell’Associazione nazionale dei Comuni italiani; molti primi cittadini del Calatino e la diversi deputati regionali del Movimento cinque stelle, tra cui Giancarlo Cancelleri, ex capogruppo e originario di Caltanissetta.
C’è anche Turi Cordaro (ex Vaccaro), lo storico pacifista che aveva iniziato un viaggio a piedi, scalzo, da Palermo, in compagnia di un mulo, con l’obiettivo di raggiungere Niscemi proprio per la manifestazione. Alla fine però, per arrivare in tempo, è stato costretto a lasciare l’animale nel paese di Marianopoli e completare il tragitto con un passaggio in macchina.
Alla fine del corteo si sono susseguiti numerosi interventi di vari comitati territoriali, del sindaco di Niscemi Francesco La Rosa. Tra gli altri, la Rete antirazzista catanese ha voluto creare un ponte tra il Muos e il Cara di Mineo, definiti entrambi «corpi estranei imposti al territorio, quindi da chiudere» e ha annunciato una nuova grande manifestazione nel paese del Catanese dove ha sede il centro per richiedenti asilo. Il comitato di Niscemi ha infine sollecitato le istituzioni presenti a «non limitarsi alla passerella ma a dare il proprio contributo, a partire da domani, per vigilare sul sequestro».
Prima di sciogliere il corteo, i partecipanti, tenendosi per mano, hanno simbolicamente scosso le reti che delimitano la base statunitense, senza abbatterle.
Gli organizzatori hanno invitato i partecipanti a condividere video e foto sui social network, usando
l’hashtag #nomuos. Eccone una selezione.
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