«Basta morti nel Mediterraneo». È questo lo slogan della manifestazione NoFrontex days che si terrà a Catania da sabato 16 aprile a giorno 17 per protestare contro le attività dell’agenzia Frontex, le guerre dell’area euromediterranea e il razzismo. La tre giorni è promossa da Rete antirazzista catanese, coordinamento dei comitati NoMuos, La città felice, Cobas scuola Catania, Catania bene comune, CarovaneMigranti Italia-México-Mediterraneo, Campagna LasciateCIEntrare, Garibaldi 101 di Napoli e associazione Diritti e Frontiere ADIF. Ad aderire, accanto agli organizzatori, numerose altre associazioni di attivisti per i diritti umani che hanno stilato un fitto programma di incontri. Il primo dei quali è fissato per sabato 16 alle ore 9.30 alla palestra Lupo, dove si terranno quattro workshop: sulle pratiche di occupazioni, contro la violenza e la militarizzazione, sulla questione curda e, l’ultimo, sui processi di identificazioni di dispersi e deceduti. A seguire, alle 15, corteo di manifestazione dal Porto di Catania fino alla sede del Gapa, in via Cordai 47, per l’assemblea pubblica delle ore 18.
Il programma prevede eventi anche per la giornata di domenica 17, che sarà aperta da un incontro interetnico di fronte al Cara di Mineo, alle 10. Mentre alle 18 gli interessati sono invitati a partecipare a un’assemblea cittadina sul naufragio del 18 aprile 2015 e desaparecidos delle frontiere. Appuntamenti che si terranno alla palestra occupata di piazza Pietro Lupo. Tanti i temi sui quali le associazioni promotrici della manifestazioni interverranno. Dalle attività di Frontex e all’apertura di una sua sede proprio a Catania – al monastero di Santa Chiara -, alla necessità di istituire il diritto d’asilo europeo e i cosiddetti corridoi umanitari con il Nord Africa e il Medioriente.
«Frontex non ha alcun diritto a stare qua e il sindaco Enzo Bianco dovrebbe vergognarsi a regalare uno degli immobili più antichi della città all’agenzia militare», sostengono gli attivisti. «In occasione dell’anniversario di una delle più grandi tragedie dei naufragi, vogliamo denunciare il trasferimento di Frontex da Anversa a Catania, insieme al proliferare degli hotspot in Sicilia», dice il referente di Rete antirazzista catanese Alfonso Di Stefano. «È un fatto molto grave, soprattutto perché tutto ciò porterà in città soprattutto la polizia di frontiera», continua l’attivista. «Si deve capire che i migranti arrivano per lavorare, per costruirsi un futuro», prosegue Di Stefano. Per la tre giorni «non ci illudiamo di avere un grosso riscontro ma ci aspettiamo di raggiungere almeno le 500 presenze», conclude.
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