Che al Sud si sia più accoglienti e ospitali è un luogo comune. E come tutti i luoghi comuni si parte da un dato reale che però poi viene generalizzato e applicato ovunque e comunque, a volte a sproposito. Così il mito di Palermo capitale dell’accoglienza ogni tanto deve fare i conti con la realtà. Generalizzare è sempre sbagliato, ironizzava Umberto Eco. Ma il triste episodio raccontato dal giornalista William Anselmo, avvenuto ieri sera nel quartiere Noce, colpisce in ogni caso. Un residente di via Lancia di Brolo ha gettato le coperte di un senza tetto nella spazzatura. Giuseppe, questo il nome della persona che ha ispirato la raccolta fondi organizzata da Anselmo per regalare ai senza fissa dimora gilet riscaldabili, è rimasto però solo per poco tempo al freddo. Lo stesso giornalista ha provveduto a portargli nelle ore successive un piumone, donato da una volontaria dell’onlus Angeli della Notte.
Un episodio che giunge a poca distanza dalla morte di Abboudi Abdelghni (da tutti conosciuto come Carmelo), un senzatetto 65enne trovato senza vita domenica mattina in una panchina di piazza Giovanni Paolo II. Anselmo ricostruisce la vicenda, puntando il dito su «un uomo senza cuore» che «a quanto pare è una persona che si è trasferita da qualche giorno in un appartamento della zona e che è infastidito dalla presenza di uno sgraditissimo e sfortunatissimo senza fissa dimora». In questi giorni le temperature in città si sono nuovamente abbassate, e la pioggia a intermittenza rende la situazione ancora più difficile per chi vive per strada. Considerando d’altra parte che Giuseppe «non vuole andare al dormitorio, così rimane per strada. Il problema è che col freddo lui perde di lucidità, ha difficoltà a parlare e secondo me sta soffrendo di problemi di circolazione».
E nella notte tra lunedì e martedì, poi, l’ostracismo del nuovo residente si è fatto concreto. «Già da prima del suo arrivo si rivolgeva in maniera incessante a Giuseppe, – racconta ancora Anselmo – intimandogli di togliere le sue cose che tiene sopra una centralina elettrica, che è l’unico posto dove possono restare al riparo dalla pioggia di questi giorni. Ma questo residente non ha voluto sentire ragioni, e anche il giorno prima del trasferimento lo aveva minacciato, dicendogli che domani io sarò qui, ti rissi che devi togliere queste cose perché non voglio questo schifo. Ieri sera sono dunque sceso e ho trovato Giuseppe senza coperte, che mi ha confessato l’episodio. Lui è una persona mite e buona, non vuole problemi, quindi non ha mosso resistenza».
E siccome generalizzare è sempre sbagliato, il gesto di un singolo non descrive certamente il sentire del quartiere. «Ogni mercoledì Giuseppe è ospitato nella struttura di via Bevignani degli Angeli della Notte dove si può fare la doccia – spiega il giornalista – Qui c’è anche un servizio di taglio capelli per uomo e donna: ogni settimana c’è la fila. La domenica c’è poi il servizio della mensa, inizialmente nata per i senza dimora ma poi estesa più in generale ai poveri. E arrivano persone in giacca e cravatta: io per esempio ho incontrato un uomo che percepisce una pensione di mille euro, ma siccome ha moglie e tre figli, non vuole pesare su di loro e va a fare il giro delle mense».
Non tutti i residenti, dunque, sono come chi ha gettato la coperta a Giuseppe – e per chi non ha niente anche quel poco significa tanto. Anche William, infatti, abita nel quartiere Noce. Ed è così che è partita la sua campagna di sensibilizzazione. «William ha conosciuto il mondo dei senza tetto attraverso Giuseppe – racconta Lina Trimarchi, volontaria di Angeli della Notte -, perché il suo giaciglio è nei pressi della sua abitazione. Ai primi del mese, durante il periodo più gelido dell’inverno, si è attivato per lui con bottiglie di acqua calda e un primo soccorso. Stabilendo un legame forte. Da quel momento non si sono lasciati, e William ha conosciuto il mondo del volontariato per i senza tetto».
Adesso per fortuna Giuseppe sta un po’ meglio. «Ieri stava male, William lo ha trovato tremante – continua la volontaria – e questa sera andrà alla Croce rossa per verificare il suo stato di salute. Per i senza dimora la coperta è tutto, è il loro bagaglio, senza quella sanno di essere morti. Il problema è legato al fatto che loro si trascurano, non curano più l’igiene, perché la loro dignità è stata calpestata. E può capitare che in un condominio non tutti abbiano la sensibilità che, grazie a Dio, la maggior parte dei palermitani ha. In città la solidarietà non manca, ci sono tante associazioni e facciamo rete». Sul motivo del vile gesto, che ricorda tanto quello del vicesindaco leghista di Trieste che lo scorso 5 gennaio si è vantato su Facebook di «aver buttato un ammasso di stracci, devo dire con soddisfazione, nel cassonetto», Lina non ha dubbi. «Anche questo modo di portare avanti la situazione dei migranti – dice la volontaria – sta creando odio su odio. In molti più non conoscono le parole pietà, condivisione, solidarietà. Il cattivo esempio del vicesindaco leghista ha creato anche emulazione a partire dallo sdoganamento in sé del gesto. Buttando la coperta a un senza tetto stai firmando la sua condanna a morte. Giuseppe è stato fortunato ad aver trovato William, considerando anche che già sta poco bene di suo».
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