No Tav, ancora arresti in Val di Susa

Venti attivisti fermati, tre di loro arrestati e 17 identificati e in attesa che si decida delle loro sorti. Questo il bilancio dell’ennesimo tentativo di resistenza degli attivisti No Tav al completamento di quello che è considerato  lo scempio più inutile che sia mai stato perpetrato ai danni della natura di tutto l’arco alpino e dintorni.
Ma cos’ è la TAV?
TAV o Treno ad Alta Velocità, altro non è che una nuova linea ferroviaria ad alta Velocità che andrebbe a collegare Torino a Lione facendo risparmiare poche decine di minuti ai treni merci che coprirebbero quella tratta.
Si sono fatte credere tante cose all’opinione pubblica in questi anni. Ad esempio che la Val di Susa resterebbe tagliata fuori dai traffici commerciali col resto d’Europa. Ma in realtà, quel percorso, è già coperto oltre che da un’autostrada, dalla linea ferroviaria internazionale a doppio binario che utilizza il tunnel del Frejus, linea attualmente “sottoutilizzata”.
Questa tratta costerà ai “contribuenti italiani” circa 17 miliardi di euro. 

Ancora i No Tav, dunque in azione ieri in Val di Susa. In tarda serata, hanno bloccato l’autostrada A32 Torino-Bardonecchia, all’altezza di Chianocco, fino a notte fonda. Gli attivisti volevano bloccare anche un convoglio diretto al cantiere di Chiomonte e che, a loro avviso, poteva trasportare pezzi della “talpa”, un’enorme trivella che appena assemblata (sembra che i primi pezzi siano già arrivati) servirà ad accelerare i lavori all’interno del tunnel della Maddalena.

“In circa un anno e mezzo di cantiere –spiega Guido Fissore al Fatto Quotidiano – hanno scavato 190 metri circa, con la talpa potrebbero mettersi a regime, per questo vogliamo impedire che tutti i pezzi arrivino al cantiere”.

La protesta sembra inarrestabile. Per sedarla, il Governo è pronto anche a parlare di terrorismo.   Quando la resistenza di cittadini indifesi diventa incontrollabile, tutto diventa possibile.

Nel pomeriggio avevamo avuto notizia dal docente del Politecnico, Massimo Zucchetti che, come sappiamo è impegnato sia nella lotta al Muos che all’Alta Velocità della Valsusa, che blindati e agenti “antisommossa” avevano circondato anche il presidio No Tav in frazione Vernetto e che si temevano disordini, lui stesso si era recato sul posto.
Pare che le forze dell’ordine non siano entrate a stretto contatto con gli attivisti e che abbiano portato via alcune decine di persone nei cellulari.

Raggiunta telefonicamente da LinkSicilia, Simonetta Zandiri, nota esponente della lotta No Tav , ci  ha detto che il blocco era stato sciolto poco dopo la mezzanotte:
“All’assemblea tenutasi a tardi sera, eravamo circa 300  insieme si è deciso di dare una risposta all’operazione repressiva fatta oggi al presidio. Sono No Tav come noi,  poco importa se non sono della Valle. Sappiamo che ci sono mezzi che  dovranno raggiungere il cantiere, serve parecchio materiale e non abbiamo nessuna intenzione di facilitare il lavoro…”.
Anche in Val Susa come a Niscemi (CL), oltre ai giovani, tanti anziani si ostinano sbandierare sulle facce degli aggressori della loro terra, le loro bandiere NoTav .
Viene a questo punto naturale chiedersi: ha senso questo scempio in un sito come la Val Susa, solo per riuscire a far arrivare il riso delle risaie vercellesi con mezz’ora d’anticipo sulle tavole dei francesi? Niente niente c’è altro sotto la precisa volontà del governo italiano di chiudere e al più presto possibile la faccenda TAV?

Foto di Maurizio Pagliassotti

 

Daniela Giuffrida

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