Come volevasi dimostrare la tanto temuta protesta ieri, si è trasformata in una gioiosa festa. La notizia della firma sulla procedura definitiva di revoca annunciata (ma non ancora mostrata) venerdì 29 dal presidente della Regione, Rosario Crocetta, ha cambiato il tono del NO MUOS DAY di Niscemi, dove erano attese per le prime ore del pomeriggio, migliaia di persone arrabbiate a puntino.
Nelle ore precedenti la manifestazione, erano state diffuse, da alcune testate web, notizie e foto circa il misterioso rinvenimento di strani oggetti, nei pressi dei presidi intorno alla base Usa di contrada Ulmo. Si trattava di chiodi a tre punte, di tavolette chiodate e sassi che sarebbero dovute servire ai dimostranti per creare problemi ai soli mezzi della Polizia di Stato.
Le stesse notizie parlavano della possibile presenza, allinterno del corteo di alcuni rivoltosi, ma il solo strano segnale che è arrivato, è stato la scia luminosa di un bengala sparato in aria, probabilmente,solo perché qualcuno se lo custodiva gelosamente in tasca e non sapeva cosa farne nessuno, infatti, ha capito il perché di quella esternazione (voglia di fuochi dartificio per festeggiare?).
Due Km e più di serpentone colorato e festoso, clown, bambini e mamme con passeggini si sono ritrovati tutti insieme a sfilare lungo i 4 km della strada semi-sterrata che da contrada Apa conduce allingresso della base Usa. Diverse migliaia di persone pacifiche per una manifestazione voluta dai Comitati di base No Muos, ma alla quale ha partecipato una miriade di gruppi provenienti da tutti gli angoli della Sicilia e dItalia.
In mezzo alla folla, il Sindaco di Niscemi accompagnato dalla sua giunta ed altri quindici primi cittadini dei centri vicini, tutti senza fascia tricolore (ad eccezione del Sindaco di Palagonia). Semplici cittadini fra semplici cittadini per festeggiare quella che da molti è stata definita la fine di un incubo. Era presente anche lassessore regionale al Territorio e Ambiente, Mariella Lo Bello, accolta festosamente dalle Mamme No Muos.
Alla manifestazione ha preso parte anche il professore Massimo Zucchetti preso letteralmente dassalto da giornalisti e televisioni, private e nazionali. Era presente anche tanta Polizia di Stato, dislocata davanti alla base e lungo il percorso, rigorosamente in antisommossae armati anche di manganelli, ma assolutamente sereni. Gli insulti volati di tanto in tanto non hanno turbato la serenità della festa.
Curioso e piuttosto originale il dislocamento di tantissimi mezzi allinterno della base ulteriore riprova, qualora ce ne fosse stato bisogno, che il territorio su cui insiste la base americana, è ITALIANO!
Altra nota stonata, il trattamento poco carino che hanno subito le decine di bandiere siciliane, confinate alla fine del corteo, insieme a quelle dei movimenti politici, delle associazioni e via continuando. E stato arduo spiegare agli organizzatori che ne hanno impedito larrivo al centro del corteo, che quelle bandiere non erano bandiere di partito o di associazioni. Quelle bandiere, quella bandiera rappresentava e rappresenta solo ed esclusivamente la NOSTRA terra, la nostra bandiera che sventola da tutti gli edifici pubblici della nostra Isola, e ci rappresenta dal 1282, ovvero da 731 anni!
A portare quelle bandiere con orgoglio e consapevolezza di quanto stavano facendo, a portarle e a difenderne la dignità erano semplici cittadini siciliani, provenienti da Roma, Napoli, Palermo, Messina e via continuando. Persone che avevano affrontato un lungo viaggio per portare la loro testimonianza di fede e di amore per una terra martoriata come la nostra.
Queste persone e la NOSTRA BANDIERA meritavano sicuramente un trattamento migliore, che non essere considerate di partito o di associazione con tutto il rispetto per le prime e per le seconde.
Cosa aspettarsi adesso che il dì di festa è passato? Un conflitto di competenza fra la Regione siciliana e il Governo italiano? Un incidente diplomatico fra Il Governo italiano e quello statunitense? Oppure un semplice e banale ricorso al Tar? I niscemesi hanno intanto festeggiato, il tempo darà ragione a chi ragione ha.
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