Abbiamo appreso che una parlamentare americana, Niki Tsongas, ha incontrato un gruppo di siciliani che vivono negli Usa, per raccogliere le denunce relative al Muos di Niscemi (ve lo abbiamo raccontato qui). A quanto pare, la voce del dissenso siciliano, ha oltrepassato l’oceano ed è arrivata lì dove doveva arrivare.
Si tratta sicuramente di un fatto positivo che rivela, tra l’altro, la preoccupazione, già espressa dai funzionari statunitensi in Italia, di un anti-americanismo crescente, che dall’Isola, potrebbe diffondersi altrove.
Ed è proprio su questo aspetto che vogliamo soffermarci. E’innegabile che in questa analisi ci sia un fondo di verità. In ogni manifestazione No Muos, fanno la loro comparsa manifesti con scritte ‘Yankees go home’ ‘We don’t want your wars’ e così via. Così come non mancano, nei dibattiti, prese di posizione nettamente anti-Usa.
Sospettiamo però che, ridurre la questione Muos ad un presunto crescente anti-americanismo non solo sia molto riduttivo, ma anche molto pericoloso. Il primo aspetto è evidente: i siciliani non vogliono le antenne satellitari a Niscemi, non perché sono targate Usa, ma perché non vogliono subire gli effetti nefasti delle onde elettromagnetiche. Ricordiamo, che le 47 antenne già installate, come ha rivelato l’Arpa Sicilia, e, al di là della farsa dell’Istituto Superiore della Sanità (che risponde al Governo nazionale), hanno superato, in più di un’occasione, i limiti di emissione consentiti dalla legge. D’altronde basta leggere le relazioni del Politecnico di Torino e dell’Università La Sapienza per capire quanto danno ulteriore possono arrecare le nuove parabole. Che l’elettromagnetismo sia di fonte americana, francese o turca, poco importa alla maggior parte del popolo No Muos.
Veniamo al secondo aspetto, ovvero la pericolosità del presunto antiamericanismo. Ad occhio e croce, e senza pretese di verità assolute (anzi, vi invitiamo a partecipare alla riflessione nell’apposito spazio dei commenti o ad inviare il vostro punto di vista a linksicilia@gmail.com) potrebbe rivelarsi una trappola. Che devia dalla verità e che potrebbe trasformarsi in un boomerang.
Qual è la verità che noi vediamo? La responsabilità di tutta la questione Muos è dei Governi italiani: quello di Berlusconi, che con l’allora Ministro della Difesa, Ignazio La Russa, ha concesso le autorizzazioni. Quello di Monti, che con il Ministro dell’Interno, Anna Maria Cancelleri, ha dichiarato la base di Niscemi ‘sito di interesse strategico nazionale’ (con un vero e proprio golpe legislativo, come ha ben scritto il collega, Antonio Mazzeo) nel goffo tentativo di arrestare le proteste (è riuscita ad arrestare solo qualche attivista). Quello di Letta, che in barba al Diritto alla Salute, alla Sovranità regionale e al Principio di Precauzione, ha proposto il ricorso al Tar contro il blocco dei lavori (adesso, dopo il no in primo grado, si attende il Cga).
Cosa c’entrano in tutte queste fasi gli americani? Quali sono questi soprusi che hanno fatto quando hanno sempre avuto il via libera dai Governi Italiani? Che c’entra l’anti-americanismo?
La sensazione è che si stia confondendo l’obiettivo. Certo è più facile ( e meno doloroso) additare presunti nemici esterni (anche se in Sicilia, sfruttata da Roma da oltre 60 anni, dovrebbe essere più facile)Ma fino a quando non sarà chiaro che questo è un problema tutto italiano, la situazione rimarrà confusa. D’altronde che il Governo italiano usi metodi poco democratici lo si evince anche da quello che sta succedendo in Val di Susa (stanotte nuovi scontri tra forze dell’ordine e No Tav): non conta la volontà popolare, contano i disegni di chi ci governa. Ma in Val di Susa, nessuno se la prende con i francesi.
Un altro pericolo del presunto anti-americanismo è che l’intera questione venga ridotta ad una mera presa di posizione ideologica che riporta indietro le lancette della storia e rende vana la lotta. Le questioni ideologiche di questo tipo lasciano il tempo che trovano, sono facilmente confutabili e del tutto inutili. Senza considerare che la Salute dei siciliani non è affatto una ideologia. Ridurla a tanto, significherebbe spostarla sul piano di una dialettica dove si può dire tutto e il contrario di tutto.
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