A Niscemi prosegue l’occupazione dell’aula del consiglio comunale iniziata subito dopo la revoca dei blocchi all’innalzamento dell’impianto satellitare Usa in contrada Ulmo. Visto il suo ruolo simbolico, inoltre, gli attivisti hanno chiesto formalmente al sindaco che quello spazio diventi la sede del comitato No Muos. Stilato anche un primo bilancio delle proteste che si sono susseguite nell’ultimo mese e che sono culminate con il corteo dello scorso sabato, quando i cittadini sono entrati nella base militare. Un evento del tutto pacifico, continuano a ribadire gli organizzatori, durante il quale non si sono verificati gli scontri descritti invece da alcune fonti d’informazione.
«Centinaia di cittadini hanno affollato l’aula consiliare, unendosi agli occupanti e agli attivisti giunti da ogni parte della Sicilia e della Penisola – scrivono in un comunicato – partecipando attivamente alle assemblee, ai dibattiti, agli spettacoli teatrali e musicali, alle conferenze che si sono succedute nei diciotto giorni di occupazione». La sede del consiglio niscemese «la sera del 9 agosto è diventata in città la voce dell’esultanza dei manifestanti che avevano invaso, in migliaia, la base militare statunitense e, con un corteo gioioso e pacifico, erano andati a riprendere gli attivisti sulle antenne». Ma si è trasformata anche in un media center, uno spazio dal quale diffondere le notizie sulle azioni di protesta. «Per tutti questi motivi il comitato di Niscemi ritiene che la sala consiliare debba diventare la sede in città del comitato No Muos di Niscemi».
Per non far terminare l’esperienza positiva, comunque, i comitati sono anche disposti a spostarsi in un’altra sede, ma al Comune vogliono restare e nel caso in cui dall’amministrazione guidata dal sindaco Francesco La Rosa non dovessero venire risposte positive, «proseguiremo l’occupazione a oltranza del consiglio comunale per ovvi motivi logistici e politici», promettono. I cittadini sollecitano i rappresentanti comunali a farsi carico di un coordinamento che riunisca i sindaci delle città siciliane contrarie alla costruzione dell’impianto, oltre a richiedere ai consiglieri di devolvere al movimento cinque gettoni di presenza, in modo da poter sostenere le spese legali. «La lotta contro il Muos prosegue – concludono – e di passi avanti ne abbiamo fatti tanti: in questi giorni più che passi abbiamo fatto salti che forse noi stessi non sapevamo di poter compiere. Da qui partiremo per le lotte a venire».
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