Niscemi, canzone neomelodica dopo visita di don Ciotti «Droga e omicidio? È la vita, ma non sostengo la mafia»

«A dire il vero io neanche la volevo fare, ma me l’hanno chiesta tanti ragazzi e ho voluto accontentarli». A parlare è Cristian Blanco, 20enne cantante neomelodico di Niscemi, nei giorni scorsi finito al centro di una polemica nella cittadina del Nisseno per via della sua ultima canzone. Intitolata So e miezz’a via e prodotta dalla catanese Seamusica, parla dei ragazzi di strada. Il testo ha come protagonisti giovani a cui la vita non ha offerto molto e si trovano a intraprendere la strada dell’illegalità, ed è accompagnato da un videoclip in cui si vedono ventenni alle prese con il confezionamento della cocaina, lo spaccio, ma anche con un omicidio

Ma se parole e immagini ricalcano stereotipi diffusi nell’ambiente musicale neomelodico, a fare discutere è stata la tempistica con cui il video è comparso sui social network, specialmente nei gruppi Facebook frequentati dai niscemesi: è stato infatti diffuso pochi giorni dopo la visita in paese di don Ciotti. Il fondatore di Libera ha incontrato i giovani che, nel centro del Nisseno, sono in procinto di formare il presidio dell’associazione antimafia. Un’occasione per riaccendere la memoria su un territorio che più volte è stato teatro di omicidi di mafia e dove la presenza della criminalità organizzata è tuttora viva. «Subito dopo l’incontro degli studenti con don Ciotti – si legge in una lettera aperta del gruppo in formazione di Libera – è stato diffuso un video musicale in cui vengono narrate le vicende di un gruppo di giovani, i quali per vivere sono costretti a scendere a patti con la criminalità organizzata. Non nascondiamo che il video ci lascia alquanto perplessi».

Precedentemente era stato lo stesso cantante, con una diretta su Facebook, a chiarire la propria posizione, assicurando di non avere avuto intenzione di promuovere alcuna cultura criminale. Versione che Blanco conferma a MeridioNews: «Il video è stato diffuso in quei giorni perché proprio in quel periodo è stato pubblicato – racconta il 20enne -. Non è una canzone che esalta la criminalità, anzi il testo racconta la vita che molti miei coetanei finiscono per fare, ma non per scelta. È un racconto sulla realtà, la vita spesso non dà alternative». Il giovane spiega poi la decisione di chiarire la vicenda su Facebook. «L’ho fatto perché in paese giravano già voci non vere, io non mi riconosco in questa cultura».

Alla domanda su cosa pensa della mafia, il cantante è netto: «Penso che siano strade senza uscita, strade che non bisogna assolutamente prendere, perché non portano a nulla e non hanno futuro». Forse anche per questo avere accettato di girare il video gli ha creato un po’ di imbarazzo: «Non volevo fare un brano del genere né il video, nemmeno i miei lo volevano – racconta Blanco -. Ma è solo una canzone. Non ne usciranno più, anche se dovesse andare fortissimo. Le mie in genere sono canzoni d’amore», specifica. Il presidio di Libera ha lanciato un appello ai protagonisti del video: «Incontriamoci al fine di confrontarci, conoscerci e cominciare a costruire insieme una valida alternativa a quella realtà così bene presentata». Un invito a cui Blanco non sa ancora se risponderà: «Libera e don Ciotti? A dire il vero non li conosco», conclude il 20enne.

Simone Olivelli

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