Antonino Dina, uno dei nomi coinvolti nelle indagini della procura di Palermo sul presunto voto di scambio durante le ultime elezioni regionali e comunali a Palermo, è una figura storica delle aule dell’Assemblea siciliana. Componente dell’Udc, definito nel 2009 braccio destro dell’ex governatore Totò Cuffaro – in carcere per favoreggiamento aggravato a Cosa nostra – è stato eletto in quattro legislature consecutive. Medico, ha vinto nel suo collegio – quello palermitano – con oltre 25mila voti, ottenendo il 22 per cento dei consensi della sua lista.
La sua carriera è iniziata percorrendo tutte le tappe elettorali all’interno del suo Comune dell’entroterra palermitano, Vicari. Poi il salto a palazzo d’Orleans culminato con la presidenza della commissione Bilancio ottenuta nel corso dell’ultima legislatura. Nel 2008 è stato componente della commissione Bilancio e programmazione e segretario di quella Cultura, formazione e lavoro. Nel 2011 è stato componente della commissione di indagine e di studio sulla formazione professionale.
Il suo nome è stato a più riprese indicato in diverse inchieste sui presunti legami con Cosa nostra. Accuse che, però, sono sempre state archiviate. Dina è legato anche ai casi Giacchetto – il sistema di false fatturazioni – e quello sui rimborsi illeciti all’Ars. Secondo una indagine condotta lo scorso anno dai carabinieri, in quattro occasioni – tra il maggio e il dicembre 2012 – avrebbe incontrato alcuni boss di Corleone. Per questa ragione aveva scelto di sospendersi temporaneamente dal partito. Continuando a ricoprire il ruolo di deputato regionale e presidente della commissione Bilancio.
L’autosospensione era arrivata il 24 settembre dell’anno scorso. A ricordarlo è lo stesso segretario regionale dell’Unione di centro siciliana, Giovanni Pistorio. Una decisione legata proprio alle vicende di cronaca che «riferivano di un suo coinvolgimento in un’altra inchiesta». Oggi alla luce dei nuovi sviluppi per il leader centrista «quella decisione, in combinato con il codice di autoregolamentazione del partito, è confermata. Quindi l’onorevole Dina non fa parte dell’Udc». Pistorio, ribadendo «pieno sostegno e fiducia nell’azione dei magistrati» si augura che Dina «possa fare chiarezza e possa dimostrare la sua totale estraneità ai fatti contestati».
Strettissimo il rapporto con Cuffaro che, nel giorno dell’apertura della campagna elettorale di Dina per le Regionali del 2008 – seguite proprio dalle dimissioni dell’ex governatore Udc – commentava così: «Nino è parte della mia storia politica. Abbiamo cominciato insieme all’università, ci lega un rapporto di amicizia che va al di là della politica»
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