Niente Cassa integrazione per il Cefop

da Giuseppe Messina
riceviamo e volentieri pubblichiamo

Negata la Cassa integrazione guadagni straordinaria al Cefop. Il “no” è arrivato dalla direzione generale delle Relazioni Industriali del Ministero del Lavoro. L’istanza, in parole più semplici, è stata restituita alla Regione siciliana.

Ciò significa che circa mille lavoratori, dall’1 luglio, torneranno nel baratro dell’incertezza per la mancanza della fonte di reddito.

Perché questa ‘bocciatura’? A quanto pare, perché si tratta di una vicenda regionale e non nazionale. Il Cefop, insomma, non avrebbe diritto alla concessione dell’ammortizzatore sociale in deroga perché questione regionale e non nazionale.  In buona sostanza, dopo essersi consultato con gli esperti della Regione siciliana (pare si tratti del dirigente generale del dipartimento Formazione professionale della regione Albert e Salvatore Cianciolo) ci si sarebbe resi conto che la copertura riguardava non 991 lavoratori, come richiesto inizialmente, ma solamente 978 e tutti collocati nella Regione siciliana. Soggetti che hanno già beneficiato della misura della Cassa integrazione guadagni in deroga, in forza di un accordo sottoscritto in sede regionale con scadenza 30 giugno.

Il ‘caso Cefop’ è l’ennesima tegola di una gestione del sistema formativo in Sicilia che ha provocato dissesti sociali a catena. Lo stesso Ministero ha sottolineato che, trattandosi di vertenza regionale, saranno le parti sociali e la Regione siciliana a valutare le eventuali proroghe della misura già accordata.

Restano aperti alcuni interrogativi. Per esempio: la battaglia condotta dall’ex assessore al ramo, Mario Centorrino, da Ludovico Albert e da Salvatore Cianciolo per porre in amministrazione straordinaria il Cefop non è stata forse quella di trattare l’ente formativo come società operante a livello nazionale? Adesso invece non si riconosce la Cassa integrazione in quanto vertenza regionale?

Qualche dubbio questa storia lo lascia. Ciò che non ammette dubbi è la disinvoltura del dirigente generale all’Istruzione e Formazione professionale che, con i suoi tanti provvedimenti, agisce come un vero e proprio tsunami. Terremoto che si è abbattuto anche nella politica con i tanti scontenti per causa dell’Avviso 20. Quella stessa politica che ha riformato il settore della formazione professionale al solo scopo di poter introdurre un nuovo sistema di assunzioni.

Peccato, però, che l’involuzione provocata da procedure al limite delle regole amministrative si sono abbattute sulle famiglie dei lavoratori del settore formativo. Peraltro agli otto mila operatori della formazione professionale siciliana, nei prossimi mesi, presumibilmente, si aggiungeranno i circa due mila di lavoratori impegnati nei cosiddetti sportelli multifunzionali. Il gioco a massacro di stampo universitario prosegue.

Redazione

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