Nicolosi, polizia controlla il bar fratelli Vitale Su pavimento forse tracce escrementi topo

«Siamo regolarmente aperti al pubblico». A poche ore dalla decisione della polizia di chiudere lo storico bar dei fratelli Vitale di Nicolosi la vendita è ricominciata regolarmente.  La task force, composta dagli agenti del commissariato di polizia Borgo-Ognina insieme al personale dell’azienda sanitaria provinciale di Gravina di Catania, si era recata ieri nell’attività commerciale nell’ambito degli ormai quotidiani controlli per tutelare la salute pubblica.

All’interno del laboratorio, secondo quanto diffuso dalla polizia tramite un comunicato stampa, sarebbero state accertate «scarse condizioni igieniche-sanitarie, con sporcizia e grasso incrostato dietro le attrezzature, sui quadri elettrici e sui pavimenti». Sempre dentro il laboratorio, proseguono le forze dell’ordine, sono stati trovati «rifiuti di varia natura, una zona chiusa adibita a deposito di spazzatura con diffusione di cattivo odore nel locale e tracce di escrementi di topo sul pavimento». Sostanze che sono state prelevate dal personale Asp per effettuare le opportune analisi chimiche e microbiologiche. «Non c’è la certezza che si tratti di feci, loro hanno fatto dei rilievi che poi dovranno controllare», precisano da Vitale.

Tra le contestazioni ci sono anche quelli che riguardano la conservazione degli alimenti. Alcuni «surgelati all’origine non erano segnalati come tali nell’apposito menù esposto al pubblico e, per tale motivo, il titolare è stato indagato in stato di libertà per il reato di frode in commercio». Trovata anche «ricotta priva di traciabilità opportunamente distrutta». Il titolare di Vitale ha subito una sanzione di quasi seimila euro.

Altri controlli hanno riguardato il bar Dante di Tremestieri Etneo. In questo caso al titolare sono state contestate violazioni quali la mancanza di tracciabilità delle uova, l’inidoneità dell’uso dello spogliatoio per i dipendenti e dell’abbigliamento del personale e l’illeggibilità dell’elenco degli ingredienti. Anche per lui la sanzione sfiora i seimila euro.

Redazione

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