«Smaltire una vasca di eternit costa 600 euro». Nel quartiere Nesima il Comune di Catania ne ha dovute rimuovere una ventina. Tutte «abbandonate nelle discariche abusive che – spiega il presidente della municipalità, Orazio Serrano – nascono ogni giorno per mancanza di controlli». La replica dell’assessore all’Ambiente Rosario D’Agata: «Facciamo il massimo con le risorse a disposizione. Ma il Comune sta pensando di introdurre la videosorveglianza».
L’eternit è un materiale di costruzione il cui utilizzo è stato vietato, per i suoi effetti potenzialmente cancerogeni, in Italia e in altri Paesi. A smaltirlo possono essere solo delle ditte specializzate, «che si pagano a caro prezzo», dice Serrano a MeridioNews. Secondo le stime risalenti a dicembre, il Comune avrebbe speso circa 12mila euro per «rimuovere le vasche di amianto abbandonate che abbiamo segnalato». Secondo il presidente della municipalità, si tratta di «uno spreco di denaro pubblico».
Discariche abusive «dove viene depositato ogni tipo di rifiuto – continua Serrano – nascono di giorno in giorno nelle zone meno trafficate del quartiere di Nesima». Un rione che geograficamente è il confine sud-ovest della città, e la separa dalla campagna. Per eliminare il problema, «e risparmiare i soldi dello smaltimento – dice il presidente della municipalità – servirebbero maggiori controlli da parte delle autorità», oppure il supporto «della videosorveglianza». Ma in mancanza di entrambi «invito i residenti a segnalare con foto e video chi getta rifiuti pericolosi o anche semplice immondizia nelle strade del quartiere», conclude.
La soluzione di aumentare i controlli «è l’uovo di Colombo – risponde l’assessore D’Agata – Facciamo il massimo con il personale a disposizione». Ma, nonostante gli sforzi, a Catania esistono «almeno cento discariche abusive che, una volta sgomberate, si riempiono subito». Un’alternativa che l’amministrazione starebbe considerando è «l’utilizzo delle telecamere di videosorveglianza – conclude il responsabile comunale dell’Ambiente – almeno nei punti della città più soggetti allo scarico abusivo dei rifiuti».
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