Nella Sicilia dove si muore tra petrolio in mare, raffinerie e Muos

Ieri lo sciopero dei dipendenti della formazione professionale. Oggi si prosegue con la serrata dei Laboratori di analisi. Migliaia di cittadini siciliani sono in fila negli ospedali pubblici. Sono uomini e donne, anziani e giovani, qualche volta anche bambini che non hanno i soldi per pagare le analisi del sangue o le altre analisi cliniche. Non possono recarsi nei Laboratori di analisi. Perché questi, ormai, lavorano solo a pagamento.

La Regione sta applicando il decreto Balduzzi. Una riforma folle che scarica sulle Regioni i costi della sanità. L Regione siciliana non ha soldi. Si è fatta scippare 800 milioni dallo Stato. Non chiede la corretta applicazione del’articolo 37 dello Statuto. Così la stessa Regione riduce i rimborsi ai laboratori privati. Questi ultimi, per protesta, rifiutano di effettuare le prestazioni con i rimborsi della Regione, considerati insufficienti. A farne le spese sono i cittadini siciliani – a migliaia – da ieri in fila negli ospedali pubblici.

A Gela il petrolio è finito in mare. Due giorni prima la Giunta regionale di Rosario Crocetta si era riunita proprio a Gela per promettere il risanamento. Invece è arrivato un aumento dell’inquinamento. Eh già, perché mentre il presidente promette il risanamento, a Gela ci si continua ad ammalare e a morire per l’inquinamento prodotto dallo stabilimento petrolchimico. Taranto, in Sicilia, è lontanissima. Lì la magistratura ha fatto chiarezza. Lì.

Da noi in Sicilia ci si crogiola nell’inquinamento di Gela. Con l’arrivo del petrolio in mare. Ci godiamo il tremendo inquinamento di Milazzo, altra chimica ‘pesante’, altre malattie. Altre morti. Si va avanti con i bambini nati deformi a Melilli e a Priolo. ‘Respiriamo’ le raffinerie di Augusta. Ci teniamo il mercurio nel mare di Siracusa. E tra qualche settimana, finalmente, ci faranno compagnia le onde elettromagnetiche del Muos di Niscemi, che sconvolgeranno tutta la Sicilia.

Già, queste potenti onde elettromagnetiche – un ‘regalo’ del Governo Prodi e del Governo Berlusconi – esplicheranno gli effetti micidiali a 40-50 chilometri dal punti di emissione. Mezza Sicilia diventerà una grande Valle del Mela, lo splendido angolo della nostra Isola martoriato dalle onde elettromagnetiche di terna e dei suoi elettrodotti.

Però parliamo di legalità, di antimafia. Di rispetto della legge. Tutte cose che i disoccupati dell’edilizia della Sicilia, in mezzo alla strada a causa del blocco delle opere pubbliche, troveranno interessantissime. Si sa: quando la sera, a casa, non c’è nulla da mangiare, non c’è niente di meglio che leggere e rileggere i “Protocolli di legalità” elaborati dalle Prefetture. ‘Gustisissimi’ – meglio di un piatto di caponata – quelli firmati negli anni ’90 e nei primi anni del 2000, dalla Gas spa e dalle sua società satelliti in Sicilia. Con i subappalti gestiti direttamente da ditte ‘chiacchierate’ sotto il sole della ‘legalità’. Contenti e farisei.

Nell’accordo tra Governo e Sindacati sulla formazione professionale – che ancora deve essere firmato, ma che il presidente Crocetta dà già per buono – la ‘macchina’ amministrativa dovrà fare quello che non ha fatto in questi mesi: ovvero completare la rendicontazione. Domanda da cento punti: in questi sette mesi gli uffici del dipartimento regionale della Formazione professionale cosa hanno fatto?

La verità è che dopo le maxi-rotazioni del personale, quasi tutti gli uffici della Regione sono bloccati. La Regione siciliana, per chi la conosce, non funziona perché ‘funzionano’ i circa 18 mila dipendenti. Funziona se ‘girano’ i funzionari e meno della metà dei dirigenti con incarico. Se si trasferiscono – cosa che il Governo Crocetta ha fatto – questi dirigenti e di questi funzionari, l’amministrazione regionale si blocca. E infatti si è bloccata. Lo stesso accordo sulla formazione prevede che i pagamenti verranno effettuati entro il prossimo o mese di luglio…

Ancora sulla formazione: che senso ha avuto, da parte del Governo, tagliare i fondi per la cosiddetta formazione per i soggetti disagiati? Infatti i 50 milioni di euro sono stati ripristinati. E c’era bisogno della manifestazione di ieri, degli scontri con la Polizia? Delle grida? Delle imprecazioni? Il Governo pensa di prendere più voti alle imminenti elezioni comunali?

L’elenco dei disastri è lungo. Parliamo di legalità. Ma nessuno sa che fine hanno fatto i 2,1 miliardi di euro del Fondo sociale europei destinato alla Sicilia. Sono stati rintracciati 750 milioni di euro finiti a Roma. Di questi, ci sono 310 milioni di euro – soldi della Sicilia – custoditi nelle ‘casse’ del Ministero dell’Università e della Ricerca scientifica. Torneranno questi soldi nella nostra Isola? Non si sa. E che fine hanno fatto gli altri soldi del Fondo sociale europeo 2007-2013 destinati alla Sicilia, circa 1,3 miliardi di euro? Mistero!

Si parla di legalità, di antimafia. Ma nessuno sa come sono stati spesi i 2,1 miliardi del Psr, Piano di sviluppo rurale 2007-2013. Sono andati a sostegno degli agricoltori? O dei politici e dell’alta burocrazia regionale? Qualcuno, di certo, è stato ‘sostenuto’. Ma non si sa chi.

Di retorica in retorica, di chiacchiere in chiacchiere, di antimafia del piffero in antimafia del piffero arriviamo ai fatti concreti. Ieri sera il presidente della Commissione Ambiente dell’Ars, Giampiero Trizzino, del Movimento 5 Stelle, davanti al petrolio che inonda il mare di Gela commentava: “La Sicilia non può continuare a pagare un prezzo così alto: 9 campi di estrazione e 5 raffinerie fanno di questa terra une delle più inquinate d’Europa. Se a questo si aggiunge la mancanza di controlli degli impianti, si capisce la portata del dramma. Che cosa ottengono i cittadini siciliani in cambio? Malattie e disastri ambientali, niente altro che questo. E’ ora di finirla di sostenere che questa economia porta lavoro. Il lavoro nel 2013 è nella green economy e in modelli di sviluppo compatibili con l’ambiente. Invece qui si continua a vivere nel Medioevo. Ed ecco il motivo di quello che è successo oggi a Gela”.

In compenso, qualche mese fa, il presidente della Regione, Crocetta, in una ‘spumeggiante’ conferenza stampa a Palazzo d’Orleans, ha annunciato l’apertura di nuove raffinerie. Le gestiranno i russi della Lukil.

Insomma: gli americani di Obama di regaleranno le onde elettromagnetiche del Muos di Niscemi. I russi di Putin altre raffinerie, oltre alle 5 che già inquinano mezza Sicilia. Questi sono i fatti concreti.

Poi abbiamo l’antimafia, i protocolli di legalità e bla bla bla.

 

 

 

Redazione

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