LA VITTORIA DI RENATO SORU ERA NELLE COSE, SE E’ VERO CHE VENIVA VOTATO IN SARDEGNA E IN SICILIA. CATERINA CHINNICI, SECONDA ARRIVATA, E’ LA VITTORIA DI UN PARTITO CHE SEGUITO IL PROPRIO SEGRETARIO REGIONALE. INCREDIBILE L’ELEZIONE DI MICHELA GIUFFRIDA
Nel PD siciliano i vincitori di questa tornata elettorale sono due: il giovane segretario regionale del Partito, Fausto Raciti (la sua candidata, la capolista Caterina Chinnici, è stata eletta) e, mettiamola così, “l’ospite” di questa lista, l’onorevole Lino Leanza, che, zitto zitto, è riuscito a far eleggere la propria candidata, Michela Giuffrida, al Parlamento europeo.
Il primo degli eletti è stato il sardo Renato Soru. E questo era nelle cose, visto che partiva benissimo dalla Sardegna (alle elezioni europee, è noto, la Sicilia va in coppia con la Sardegna) e veniva votato in Sicilia (dai renziani, ma non solo). Ma l’elezione della capolista Caterina Chinnici non era scontata. Mentre quella di Michela Giuffrida, almeno per noi, è una sorpresa (oltre 80 mila voti!).
Per carità: sapevamo della forza elettorale di Lino Leanza e del suo gruppo. Ma non immaginavamo che, alla fine, la sua candidata dovesse arrivare al terzo posto e risultare eletta!
La vittoria di Caterina Chinnici, come già ricordato, è la vittoria del segretario regionale, Raciti. Dietro questo risultato c’è sempre la ‘disciplina di Partito’, ovvero l’inserimento del capolista (in questo caso della capolista) in tutte le ‘terne’. Lo dobbiamo dire: bene o male, i ‘capi corrente’ di questo partito sono stati corretti e non hanno ‘tradito’ il proprio segretario regionale.
Incredibile, dal nostro punto di vista, il risultato di Michela Giuffrida. Il fatto che dietro avesse la decina di parlamentari di Sala d’Ercole di Articolo 4 – il Movimento di Lino Leanza – ha giocato un ruolo importante. Ma questo non spiega, da solo, il successo di Michela Giuffrida.
Volendo ragionare sui ‘numeri’, anche la seconda Michela della lista – l’assessore regionale in carica, Michela Stancheris – era sostenuta da una decina di deputati regionali (quelli raccolti attorno a Totò Cardinale da Mussomeli), dal presidente della Regione, Rosario Crocetta, dal senatore Giuseppe Lumia, da Confindustria Sicilia e da un incredibile codazzo di sottogoverno. Eppure Michela Stancheris ha collezionato un clamoroso flop: è quinta!
Allora, piuttosto che ragionare sui numeri, la vittoria di Michela Giuffrida va ‘letta’ ragionando sulla politica. Ed è la vittoria di Lino Leanza, che si conferma grande ‘tessitore’ di alleanza politiche ed elettorali.
Oltre alla secca sconfitta di Crocetta e Lumia, nel PD siciliano si registra il risultato piuttosto modesto del Sindaco di Agrigento, Marco Zambuto, che si ferma a 54 mila voti. Alcuni giornali interpretano la sconfitta di Zambuto come un ridimensionamento dei renziani siciliani.
Certo, la vittoria di Caterina Chinnici è una vittoria dell’ara Cuperlo. E Michela Giuffrida non è certo renziana. Tuttavia, la sconfitta di Zambuto è più di Zambuto che dei renziani siciliani.
La verità è che il Sindaco di Agrigento ha perso nella sua provincia. Ha conquistato 54 mila voti e, di questi, solo 14 mila ad Agrigento e dintorni. I primi a non votare Zambuto, è inutile che ci giriamo attorno, sono stati gli agrigentini.
Non è andato male il professore Giovanni Fiandaca, finito quarto. Non era il candidato di tutto il Partito. Un PD siciliano – lo ribadiamo ancora una volta – che non ha ‘tradito’ il segretario regionale, Raciti.
(Foto di prima pagina tratta da parcodeinebrodi.blogspot.com)
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