Questa notte un gruppo di attivisti per il clima del collettivo Studenti Palermitani ha messo in atto un’azione di sanzionamento presso il punto vendita di H&M di via Ruggero Settimo, a Palermo. «Fast fashion kills», questa l’enorme scritta che si legge sulla vetrina del negozio della catena internazionale. Una denuncia contro l’industria tessile in vista dello sciopero globale per il clima del 22 ottobre; giornata in cui si svolgerà un corteo studentesco con partenza alle 9.00 da piazza Verdi.
Il bersaglio degli studenti e delle studentesse non è casuale: «H&M rappresenta uno dei simboli dell’industria della moda fast, la moda del made in Bangladesh, dei capi a 5,99 euro e del Black friday – si legge in una nota inviata alla stampa – La moda basata sulla produzione di abiti di bassa qualità a prezzi molto bassi, che prevede il lancio di nuove collezioni continuamente e in tempi brevissimi. Un metodo di produzione che più volte è stato posto sotto attacco soprattutto per i danni sociali che provoca: in tutto il mondo ci sono milioni di lavoratori – compresi gli impiegati nei negozi dei grandi brand, anche alle nostre latitudini – che lavorano in condizioni di sfruttamento, precarietà, con salari bassi o come tirocinanti non pagati».
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