Incrementare e rafforzare la Sanità pubblica partendo dei medici di base. Una frase pronunciata spesso, specie da quando c’è da affrontare la pandemia da Covid-19. Ma gli annunci da parte della politica finora hanno lasciato spazio a una realtà, quella vissuta dai tanti utenti e dagli enti locali, fatta di falle e disagi. La zona montana del Messinese, attualmente, è emblematica. Nei tanti piccoli Comuni sui Nebrodi, i genitori con i propri figli sono costretti a percorrere diversi chilometri per andare a raggiungere un pediatra che possa riceverli nei paesi limitrofi. È il caso di Cesarò, centro composto da poco più di duemila abitanti, dove il sindaco Salvatore Calì adesso spera che ci possano essere novità dalla Regione. «Il pediatra è a Francavilla di Sicilia, che da noi dista circa 70 chilometri – afferma il primo cittadino a MeridioNews – Una volta a settimana viene qui a prestare servizio». Il pediatra per gli oltre 100 bambini del territorio manca da circa un anno, perché per avere un medico fisso ci devono essere circa 800 utenti. «Visto che i problemi sono tanti e i posti non sono semplici da raggiungere, chiediamo che ci sia una deroga e che quindi si elimini il massimale previsto di 800 bambini. All’Assemblea regionale è una questione che già è stata discussa dai deputati. Ci saranno altri incontri dove sarà messa sul tavolo ancora una volta questa proposta. L’Azienda sanitaria provinciale ci dice che non ha personale a disposizione».
A fare eco a Calì è Valentina Costantino, sindaca di San Teodoro: «Vedremo di agire in deroga e poter garantire il servizio ai cittadini con un medico sul posto». A puntare i riflettori proprio sui Comuni montani del Messinese è stato il deputato regionale di Forza Italia Tommaso Calderone che, con un’interrogazione, lo scorso 14 ottobre ha chiesto al presidente della Regione Nello Musumeci e all’assessore alla Salute Ruggero Razza che prendessero provvedimenti perché fosse nominato «un pediatra per i Comuni di Cesarò, San Teodoro, Malvagna, Moio Alcantara, Santa Domenica Vittoria e Rocca Valdemone – ha scritto Calderone nella sua interrogazione – Sembra impellente la necessità di un pediatra di base al fine di scongiurare una lacuna sanitaria importante». Calderone, che già il due luglio aveva formulato un’interpellanza urgente con cui metteva l’assemblea regionale a conoscenza del problema, ha chiesto di sapere «i motivi ostativi della mancata nomina delle figure nei cinque Comuni». Il punto è stato affrontato anche in commissione Sanità, ma attualmente non sembra essere stato risolto. Anche perché alla mancanza di pediatri si aggiunge il fatto che alcuni Comuni di montagna devono fare i conti anche con la mancanza dei medici di base.
A soffrire la mancanza di un medico generico è Montalbano Elicona dove, da quando il 31 ottobre il dottore Giuseppe Simone è andato in pensione dopo 40 anni, il sindaco Filippo Taranto ha più volte scritto all’Asp di Messina, informando anche la prefetta Cosima Di Stani. «Già da questa estate avevamo fatto presente il problema – dichiara Taranto – Ci è stato risposto che non sarebbe passato meno di un anno prima che venisse nominato un altro medico, così il 2 agosto ho scritto una prima lettera in cui ho motivato il fatto che in un paese di montagna, isolato, con tanti anziani e in emergenza sanitaria si doveva ricorrere quanto prima a dei provvedimenti». Con oltre duemila abitanti e con l’ospedale più vicino, quello di Barcellona Pozzo di Gotto, a 40 chilometri, il primo cittadino è preoccupato per la popolazione. «L’Asp di Messina da un lato mi ha assicurato che avrebbe nominato un supplente – aggiunge Taranto – Dall’altro lato, a novembre, ha fatto sapere all’assessorato che un supplente non era necessario perché in tutto il territorio che fa capo al presidio di Barcellona Pozzo di Gotto ci sono già sette medici di base che possono operare. Adesso ci sarà un medico che verrà due volte a settimana, ma chiaramente non basta. Ci sono centinaia di persone che sono rimaste scoperte dall’assistenza».
In attesa di avere un medico supplente, il primo cittadino nelle sue lettere si è rivolto persino al commissario per l’emergenza Covid Francesco Paolo Figliuolo: «La campagna per la terza dose è stata appena completata, ma per esempio, adesso, c’è da fare la dose di vaccino antinfluenzale e tanti servizi da coprire per un territorio davvero difficile da raggiungere – conclude il sindaco – Se qualcuno ha bisogno di una ricetta, deve percorrere 40 chilometri per andare dal medico più vicino. Ci manca un’ambulanza medicalizzata. Senza contare che in questi periodi nevica e molti anziani non hanno nemmeno l’auto per spostarsi. Alla luce di tutti questi disagi, ci sentiamo presi in giro. Dopo sei mesi e tre lettere inviate, dall’Asp non abbiamo avuto risposta. Se muore qualcuno per mancato soccorso, sarò io stesso a rivolgermi alla procura e a denunciare i burocrati dell’Asp».
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