C’è chi parla di esodo biblico e chi sostiene, facendo riferimento ad una pellicola molto popolare qualche anno fa, che «alla fine ne rimarrà uno solo». Ovviamente si tratta di paradossi, ma che danno il senso di quanto sta accadendo in Sicilia. Per carità, questa è una terra in cui le emigrazioni sono tutt’altro che una novità. Ma ad un certo punto, soprattutto a cavallo tra gli anni ’80 ed i ’90 del secolo scorso, il fenomeno si era arrestato. Ora, invece, è ripreso. A fotografarlo è il Rapporto italiani nel mondo elaborato da Migrantes, organo della Conferenza episcopale italiana, secondo il quale solo nel 2015 il numero delle persone che hanno lasciato la Sicilia sfiora la cifra record di diecimila. Sono in gran parte giovani, stanchi di cercare un lavoro senza trovarlo. Nell’ultimo anno ne sono partiti di più, e hanno preso residenza all’estero, solo dalla Lombardia (oltre 20mila) e dal Veneto (10mila 374).
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Secondo i dati forniti dall’Istat, infatti, ben il 23,8 per cento dei siciliani che hanno scelto di risiedere all’estero appartengono ad una fascia di età compresa tra i 18 ed i 34 anni. Ma ad un’incollatura (il 22,9 per cento) seguono le persone di età compresa tra i 35 ed i 49 anni. In questo caso si tratta, soprattutto, di chi un lavoro magari ce lo aveva, ma lo ha perduto e si è visto costretto ad emigrare. A fare le valigie sono soprattutto i celibi, con una percentuale sul totale pari al 53 per cento. I coniugati sono il 40,2 per cento. Percentuali decisamente più basse per i vedovi (2,6 per cento) ed i divorziati (2,1) per cento.
Ma quali Stati esteri scelgono i siciliani che emigrano? Sembrerà strano, ma da questo punto di vista, in oltre cento anni non è cambiato nulla. La meta preferita è la Germania, con ben 225.762 siciliani residenti, seguita dal Belgio con 97.786. Ma c’è anche chi varca gli oceani, ripercorrendo il cammino dei propri nonni. In Argentina risiedono, attualmente, ben 87.473 siciliani. È dunque evidente che le mete di chi decide di emigrare non sono mai cambiate.
A detenere il record (non invidiabile) di territorio con il maggior numero di emigrati è la provincia di Agrigento. Sono ben 151.528 gli iscritti all’Aire, coloro i quali cioè hanno portato la residenza all’estero. Segue Catania con 117.352 persone e la provincia di Palermo con 115.938 residenti. Via via tutti gli altri territori siciliani. E a proposito di record negativi, ben otto Comuni siciliani figurano tra i primi 25 in Italia per numero di cittadini che si sono trasferiti all’estero. Dietro Palermo e Catania ci sono anche Licata, Messina, Palma di Montechiaro, Favara, Adrano ed Aragona. A Licata, undicesima tra i centri italiani, a fronte di 37.797 residenti, ben 15.903 risiedono ormai in diversi Stati europei, con un incidenza del 42,1 per cento. Non è da meno la vicina Palma di Montechiaro, dove l’incidenza dei residenti all’estero arriva addirittura al 45,7 per cento. Insomma, quasi la metà della popolazione.
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«Anzi – aveva dichiarato negli scorsi mesi a Meridionews Pasquale Amato, sindaco di Palma – adesso il trend è migliorato: fino al 2007 Palma era la prima per emigrazione in Italia dopo i capoluoghi. In un momento nel quale – continua Amato – non beneficiamo più dei trasferimenti dello Stato, rimangono due sole armi: il turismo e l’agricoltura. Nel primo caso c’è da emanciparsi ulteriormente da un’immagine ancora troppe volte connotata dal sembiante mafioso, nel secondo occorre fare i conti con territori, come il nostro, dove addirittura mancano ancora adeguati sistemi di irrigazione».
Il sindaco di Licata, Angelo Cambiano, che da un anno guida l’amministrazione comunale, parla di «tanti anni di politica scellerata che ha finito per produrre questo risultato. Noi, però, non ci arrendiamo. Questa è una città ricca di paesaggi e di storia, perciò stiamo lavorando allo sviluppo del turismo. È necessario, comunque, che soprattutto i giovani diventino imprenditori, scommettano sulle tante opportunità che questa terra offre».
Secondo il recente dossier dell’Associazione per lo sviluppo del Mezzogiorno, «il profilo di chi negli ultimi 14 anni ha lasciato le regioni meridionali per trasferirsi altrove è questo: giovane, laureata e donna. Il Sud – aveva spiegato Svimez – si sta svuotando. Dal 2001 al 2014 quasi 1 milione e 700mila persone sono emigrate dal Mezzogiorno. Poco meno della metà – 744mila – non sono più tornati. E tra questi ultimi che hanno scelto di vivere definitivamente altrove, 526mila sono giovani, il 40 per cento con un percorso universitario alle spalle».
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