Un sequestro di immobili e denaro per un valore totale 380mila euro è scattato a carico del titolare di un’azienda agricola di Randazzo. È accusato di aver ottenuto fondi europei in maniera illegittima, tramite la mediazione di un centro di assistenza agricola di Cesarò. Il provvedimento nasce a seguito dei controlli, sull’area dei Nebrodi, portate avanti dal nucleo speciale spesa pubblica e repressione frodi comunitarie della Guardia di Finanza di Roma. R.S., di 65 anni, è stato denunciato all’autorità giudiziaria per truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, reato che prevede la reclusione fino a sei anni.
In particolare le Fiamme gialle di Sant’Agata di Militello, partendo dalle segnalazioni dei colleghi della capitale, hanno scoperto che almeno 200 ettari dichiarati come di sua proprietà in realtà non lo erano. L’acquisizione sarebbe infatti avvenuta falsificando diversi documenti. In particolare, i contratti d’affitto di alcuni terreni contenevano dati anagrafici e firme di proprietari che in realtà erano morti – anche da oltre un decennio – prima della stipula.
Inoltre una delibera di giunta di un Comune della provincia di Catania, relativa alla concessione in affitto di beni demaniali, era stata falsificata nel contenuto, sostituendo il nome del soggetto beneficiario e le superfici indicate. Documenti falsi sarebbero alla base di 14 diverse richieste di concessione di contributi pubblici, inoltrate all’AGEA, l’agenzia per le erogazioni in agricoltura, in un arco temporale tra il 2007 e il 2013. In totale le superfici illecitamente utilizzate sarebbero pari a duecento ettari e avrebbero inciso per oltre il 35 per cento sul totale indicato in domanda.
Sulla base di questi elementi il Gip del Tribunale di Catania, Gaetana Bernabò Distefano, ha disposto anche la misura cautelare del sequestro preventivo delle somme presenti sui conti correnti e di 22 tra terreni e fabbricati, riconducibili al titolare dell’azienda agricola. Il valore complessivo del sequestro è di 380mila euro, pari cioè alle somme che il l’imprenditore agricolo di Randazzo avrebbe illecitamente ottenuto.
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