Nave Diciotti, rilasciati i due migranti portati in questura «Caso ingigantito dalla stampa e da problemi di lingua»

È calata già la sera quando da palazzo Chigi è arrivata l’autorizzazione allo sbarco dei migranti dalla nave Diciotti. A sbloccare la situazione, dopo ben 36 ore, una telefonata del presidente della Repubblica Sergio Mattarella al premier Giuseppe Conte. Non ci sono state le manette: Ibrahim Bushara, sudanese, e Hamid Ibrahim, ghanese, sono stati i primi a lasciare la nave della guardia costiera italiana, scortati dagli uomini della squadra mobile. Sono chiamati a rispondere di concorso in violenza privata, ma le accuse nei loro confronti sono state ridimensionate dai magistrati della procura di Trapani, che, al termine di un lungo confronto che si è svolto ieri pomeriggio al quinto piano del palazzo di giustizia e dopo aver esaminato gli elementi raccolti dalle forze dell’ordine, non hanno emesso alcun provvedimento restrittivo nei confronti dei due giovani. 

Proprio su questo punto si è giocato il braccio di ferro tra il ministero dell’Interno e il ministero delle Infrastrutture e dei trasporti. L’intervento di Mattarella e la decisione della procura di Trapani sono stati accolte con stupore e rammarico da parte del Viminale. Sono le 22,30 quando lentamente tutti i migranti provenienti da Pakistan, Sudan, Ciad, Palestina, Marocco, Egitto, Libia, Gambia e Sudan hanno lasciato la nave. Tra di loro tre donne e due minori non accompagnati. Stanno tutti bene. Solo una donna di 56 anni, vittima di violenza e con una distorsione alla caviglia, è stata accompagnata a bordo di un’ambulanza del 118 presso l’area di emergenza del Sant’Antonio Abate. Un lungo applauso, da parte delle numerose persone radunate sulla banchina, ha accompagnato il passaggio del pullman diretto verso l’hotspot di Milo. 

L’odissea era cominciata domenica con la richiesta di aiuto da parte della Vos Thalassa che aveva soccorso i migranti nei pressi di una piattaforma petrolifera al largo delle coste libiche. A bordo si sarebbe registrato il presunto tentativo di dirottamento a cui è seguito l’intervento della guardia costiera italiana che ha preso a bordo della Diciotti i 67 migranti. A quel punto è arrivato l’intervento duro di Salvini che ha chiesto l’arresto dei facinorosi. Sullo sfondo, lo scontro tra i due partiti di maggioranza. La procura di Trapani, intanto, continua a indagare su quanto accaduto a bordo della Vos Thalassa. Cristiano Vuattone, portavoce della Vroon, la società olandese proprietaria della nave che lavora nel servizio di sorveglianza di una piattaforma petrolifera Total, in un’intervista a La Verità ha dichiarato: «Nessuna insurrezione a bordo, la situazione è stata ingigantita dai giornali, non c’è stato nessun ammutinamento e nessuno è stato pestato». Stessa versione fornita da Sahar Ibrahim, operatrice di Intersos a bordo della Diciotti subito dopo lo sbarco: «Avevano paura di tornare in Libia – ha raccontato ai giornalisti – ma non c’è stata nessuna violenza». L’operatrice ha riportato quanto hanno raccontato i migranti sull’accaduto a bordo del rimorchiatore. «Forse c’è stato soltanto un problema di lingua». 

Per l’intera giornata di ieri si sono susseguiti gli appelli. Sul molo di Trapani un gruppo di persone ha dato vita a un presidio spontaneo per protestare contro la linea del ministero dell’interno sulla questione sbarchi. «Trapani è una città accogliente», hanno ribadito i presenti. Non sono mancati momenti di tensione tra i partecipanti al presidio e un gruppo di persone che inneggiavano a Salvini chiedendo la chiusura dei porti. I canti, i balli e le urla – “Italia, Italia” – da parte dei migranti hanno regalato una nota di allegria in una giornata di tensioni. Intanto, la nave della guardia costiera questa mattina ha lasciato il porto di Trapani.

Pamela Giacomarro

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