Un post con un messaggio falso, pubblicato su Facebook, che in pochi minuti ottiene migliaia di condivisioni e innesca un pericoloso meccanismo a catena. Così la fake news costruita da Angelo Fazio, disoccupato residente a Paternò, diventa virale e, in molti, gli credono pure. «Allucinante. Cosa si viene a sapere – scriveva l’uomo ad agosto scorso – Che i famosi buonisti al porto di Catania si sono ritrovati 200 euro a testa». I rimandi di Fazio erano alla mobilitazione che ha caratterizzato lo scalo etneo durante l’estate 2018. Quando per diversi giorni 150 migranti, salvati a largo delle coste libiche, erano stati bloccati a bordo della nave della guardia costiera italiana Ubaldo Diciotti. Un braccio di ferro tra l’Italia e l’Europa diventato caso internazionale. Tanto da finire anche sotto la lente d’ingrandimento delle procure di Agrigento e Catania, con l’indagine nei confronti del ministro dell’Interno Matteo Salvini, e una mobilitazione antirazzista regionale con centinaia di partecipanti.
Nell’immediatezza del post un gruppo di manifestanti aveva deciso di rivolgersi all’avvocato Goffredo D’Antona per querelare Fazio, accusandolo di diffamazione. A quell’intenzione dichiarata seguirono la cancellazione del messaggio e le successive scuse. Ieri, infine, sono arrivati i titoli di coda, con un incontro chiarificatore avvenuto all’interno dello studio del penalista in cui è stata rimessa la querela. Da un lato Fazio, rappresentato dall’avvocato Antonio Giuffrida, e dall’altro una decine di quei manifestanti che secondo l’uomo sarebbero stati pagati per recarsi al porto.
Durante il faccia il faccia, durato circa 45 minuti, è stato spiegato all’uomo il «paradosso» di questa storia in cui è diventato protagonista. «Abbiamo detto chiaramente che quel gruppo di persone contro cui lui aveva puntato il dito erano le stesse che avrebbero fatto la stessa cosa per un lavoratore come lui», spiega a MeridioNews l’avvocato D’Antona. Fazio in passato lamentava di essere stato abbandonato dai sindacati in merito alla sua posizione di forestale stagionale.
Poche ore fa l’ex operaio ha lasciato un commento sulla vicenda attraverso il suo profilo Facebook: «Conoscendo i manifestanti della nave Diciotti posso dire che avevo scritto una grossa cavolata. Mi scuso immensamente e, credetemi, non meritavano il mio insulto. Mi complimento con loro per tutto quello che fanno per aiutare l’essere umano».
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