«Siamo con voi, non siete da soli. Stiamo provando ad aiutarvi: da Catania, dalla Sicilia, dall’Europa. È come se foste in prigione, ma noi stiamo combattendo per i vostri diritti umani». Parole in inglese, urlate al megafono, verso i migranti bloccati sul ponte della nave Diciotti della guardia costiera italiana. La protesta degli attivisti antirazzisti catanesi si sposta dal mare alla terraferma e viaggia a bordo di un piccolo gommone spinto fin dove permesso dai mezzi della guardia di finanza e della polizia, che si sono frapposti tra il pattugliatore e i manifestanti. Dopo un primo tentativo, il gommone è stato rispedito indietro dalle forze dell’ordine. I militanti sono scesi e hanno ritentato pochi minuti dopo, stavolta riuscendo ad avvicinarsi un po’ di più alla Diciotti.
È lì sopra che sono fermi, ormai da tre giorni, i 150 migranti soccorsi dall’imbarcazione italiana e adesso tenuti fermi in acqua. Ieri sera il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha dato il permesso allo sbarco ai 27 minori non accompagnati, che sono stati visitati, fatti scendere e trasferiti nei centri di prima accoglienza del territorio di Catania. Restano sulla barca, però, donne e uomini adulti, bloccati da quella che da più parti è stata definita una prova di forza del vicepresidente del Consiglio leghista. «Abbiamo tentato un primo approccio – racconta Claudia Urzì, componente della Rete antirazzista che era sul gommone – Non siamo riusciti ad avvicinarci a sufficienza e siamo stati respinti. Al secondo tentativo è andata meglio: avevamo il nostro megafono, lo striscione Open for migrants, un mediatore culturale e gli avvocati».
L’obiettivo era di riuscire ad avvicinarsi a sufficienza per potere fare sentire ai migranti sul ponte le voci dei legali della Rete antirazzista, affinché spiegassero a chi attende di sbarcare i loro diritti e qual è la situazione al momento. Nella giornata di oggi, però, sono stati già in tanti a riuscire a salire sulla Diciotti: dal presidente della commissione regionale antimafia Claudio Fava a una delegazione del Garante per i diritti dei detenuti. Tutti saliti per controllare lo stato di salute dei migranti sull’imbarcazione e per verificare eventuali violazioni dei diritti umani. Sul caso si è espressa anche la Camera penale di Catania il cui presidente, in una lunga intervista rilasciata a MeridioNews, ha apertamente parlato di una violazione della Costituzione da parte di Matteo Salvini.
Il clima continua, quindi, a essere rovente. Al silenzio delle istituzioni locali (vedi alla voce Salvo Pogliese, sindaco del capoluogo etneo, che sulla vicenda ha scelto di non esprimersi) si aggiunge quello degli esponenti pentastellati dei governi nazionale e regionale. Mentre ieri il ventaglio quasi completo del centrosinistra ha preso una posizione: a partire dall’ex sindaco Enzo Bianco, che si è detto vicino alla protesta, passando per il segretario del Partito democratico Maurizio Martina, il leader di Possibile Pippo Civati e la ex presidente della Camera Laura Boldrini, atterrata a Catania intorno alle 16.30. Per stasera, nel frattempo, in concomitanza con la manifestazione antirazzista sul Molo di levante ne è prevista un’altra, di segno opposto: la sezione di Catania di Forza nuova ha già dichiarato la sua adesione.
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