Naufragio Epifania: 64 morti, sopravvissuti a Catania Cri: «Tre bambini hanno visto morire le loro madri»

Tre bambini – di due, tre e dieci anni – hanno visto morire le rispettive madri in mare. Diversi altri minori non accompagnati hanno perso un familiare nella traversata. In totale sarebbero 64 i migranti morti nel naufragio dell’Epifania, a largo delle coste libiche, solo otto i cadaveri recuperati. La stima è dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni presente stamattina al porto di Catania dove sono arrivati gli 86 sopravvissuti, a bordo della nave Diciotti, della Guardia costiera italiana. Fisicamente stanno tutti abbastanza bene e non è stato necessario trasferire nessuno in ospedale. Psicologicamente invece le ferite sono profondissime. Anche Medici senza frontiere, presente con lo staff medico e di psicologi, conferma la scomparsa di almeno 56 persone, a cui vanno aggiunti gli otto cadaveri recuperati. «Tra loro molti bambini sarebbero annegati – precisa l’associazione – mentre di una famiglia, alla partenza formata da undici membri, ne sono rimasti solo tre». 

I volontari della Croce Rossa si sono occupati in particolare dei più piccoli. Con delicatezza e senza porre domande dirette, hanno cercato di alleviare il loro dolore. Una bambina di due anni è stata salvata dalla guardia costiera mentre era aggrappata alla madre, ormai cadavere. «Fortunatamente – spiegano dalla Croce Rossa – è arrivata insieme alla zia, a cui adesso sarà affidata. Ma ci sono anche un bimbo di tre anni e uno di dieci che hanno assistito alla morte delle loro madri». I due bambini hanno un legame di parentela, ma non diretto. Il più piccolo verrà accolto da una famiglia affidataria, il più grande dovrebbe essere trasferito in un’apposita struttura insieme a un altro giovanissimo, di 17 anni, arrivato a bordo della Diciotti e che sarebbe lo zio.

Intanto sono state avviate le prime indagini sulla tragedia: personale della squadra mobile di Catania sta acquisendo le testimonianze e i verbali delle operazioni del personale di bordo. Secondo quanto riferito ieri dalla Marina italiana, il gommone in difficoltà sarebbe stato avvistato la mattina da un mezzo aereo. Ma i migranti, stando alla denuncia delle Ong Sea Watch e Proactiva Open Arms, sarebbero rimasti in acqua per oltre tre ore. All’arrivo della Guardia costiera italiana, tutto l’equipaggio è stato impegnato nelle operazioni di primo soccorso sanitario, alcuni migranti sono stati rianimati e strappati alla morte, per molti altri invece era già troppo tardi. 

Presente al porto il sindaco di Catania Enzo Bianco che, ai microfoni di Radio Radicale, ha ribadito «il dovere di far sentire la voce della nostra civiltà», e ha invitato tutte le parti politiche, compreso il Pd di cui il primo cittadino fa parte, a «evitare di suscitare paure e allarmismi sui migranti, su cui si fa campagna elettorale». Le otto salme saranno portate nella sala mortuaria del cimitero del capoluogo etneo, non è chiaro se verranno seppellite tutte lì o se, come auspicato dallo stesso Bianco, anche altri Comuni daranno la propria disponibilità per ospitarle. 

Salvo Catalano

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