Palermo si è avvicinata al Natale con largo anticipo. Già poco dopo la festa di Ognissanti qualcuno ha cominciato a tirare fuori dagli scaffali strenne e addobbi natalizi, lucine al led e videoproiettori a fusione nucleare a forma di pupazzo di neve o di renna. Gli alberi luccicano da dietro le finestre delle abitazioni, la scalinata del teatro Massimo si dipinge di stelle di Natale rosse e il centro storico si pedonalizza a festa. Non tutti però, complice un po’ il periodo non felicissimo economicamente, un po’ l’indole innata del palermitano, trovano spunti per gioire. «Buon Natale triste per tutti i palermitani tristi – dice un pescivendolo di corso Olivuzza – Le nostre tredicesime finiscono subito con tutte queste cose da pagare – racconta ancora – e cosa abbiamo risolto?».
Ma Palermo resta pur sempre la città delle contraddizioni, così a pochi metri di distanza, mentre il titolare di una bancarella di frutta al Capo ci parla di «Troppe cose che non vanno per il verso giusto» motivo per cui «quest’anno che viene deve essere migliore dell’altro», un altro commerciante, di nazionalità cingalese, risponde che per lui è stato «Un anno fortunato. Sono nuovo a Palermo – racconta da dietro al registratore di cassa – non sono qui da molto, ma quest’anno mi ha portato questo negozio, tante cose! Per me va bene così». Che poi, si sa, anche il palermitano più pessimista non vede mai tutto completamente nero, c’è sempre un po’ di rosa in fondo al tunnel. Così, anche il fruttivendolo, che sembrava essere irrimediabilmente scoraggiato, si lascia andare a una previsione sicura, ovviamente sul Palermo: «Forza Palermo, ci salveremo lo stesso». Un messaggio calcistico, ma – se vogliamo – anche una filosofia di vita, quella dei palermitani che, in un modo o nell’altro, riescono sempre a salvarsi, ad aggiustare le cose, ad andare avanti.
Intanto il centro si riempie di gente di ogni età. Via Maqueda e via Ruggero settimo sono letteralmente invase di persone con le loro buste, i loro pacchetti. Tanti si fermano con il telefonino all’insù per fotografare il Massimo sbrilluccicante o il ponticello sul laghetto natalizio di fronte al Politeama. «Vorrei che fosse sempre così, con l’arte di strada, l’artigianato, la gente, tutto al meglio» si augura un ragazzo che suona con la sua chitarra in piazza Verdi. «Speriamo che le cose in città vadano sempre meglio – conclude un Babbo Natale occasionale – che migliorino sia le persone sia le piccole cose, la mobilità».
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