E vissero tutti felici e (s)contenti. Il nuovo governo regionale non doveva nascere per scaramanzia il giorno dei morti e neanche in esilio dalla Tunisia. Nascerà, a quanto pare, oggi dopo una gestazione difficile ed una serie di contraddizioni, strascichi e passi indietro che si rifletteranno anche nella composizione della nuova giunta. La rosa di nomi che è cominciata a circolare nel tardo pomeriggio di ieri vedrebbe in campo per l’area Cracolici la terna costituita da Filippo Panarello, Concetta Raia e Bruno Marziano. Rimarrebbe escluso dunque non solo Antonello Cracolici che non ci sta a passare per uno in cerca di poltrone, fuori dal ragionamento politico che ha cercato di far passare sino all’ultimo, ma anche Giuseppe Lupo, l’altra metà del ragionamento, l’uomo che il capogruppo del Pd all’Ars voleva coinvolgere con il relativo ingresso in giunta.
La novità sarebbe rappresentata dal fatto che la componente che fa riferimento al vice-presidente dell’Ars rimarrebbe priva di una rappresentanza in giunta. Il dato che infatti verrebbe sconfessato nella difficile sintesi pronta a prendere forma nelle prossime ore è la conferma di una parte significativa del vecchio esecutivo, bloccato per oltre dieci giorni e rimesso in pista in diverse sue parti. Da Gucciardi a Contrafatto, da Baccei a Croce e Lo Bello. Pronti con le nuove delegazioni Udc (Pistorio e Miccichè) ed Ncd (Vermiglio) con Lanteri di Sicilia democratica in vantaggio su Giovanni Di Giacinto. Antonio Fiumefreddo, il tecnico che Crocetta vorrebbe con sé nell’esecutivo ed attuale presidente di Riscossione Sicilia continua a non trovare il gradimento di parte dei Dem, ma anche lui del resto, in questi giorni avrebbe manifestato contrarietà ad entrare.
La sensazione è che siano trascorse più o meno due settimane per trovarsi presto davanti più o meno gli stessi problemi. Dai rapporti difficili tra Crocetta e Baccei alle insoddisfazioni ad alta voce di Davide Faraone che è rimasto sulla soglia dei discorsi in questi giorni senza arretrare peraltro rispetto alle sue posizioni originarie di conferma dei tecnici della sua area (Contrafatto- Baccei e Gucciardi). Quale prospettiva dunque viene fuori se i nomi e le indiscrezioni risulteranno confermate? L’idea del profilo politico che Cracolici avrebbe voluto imprimere puntava a dare corpo e contenuto all’ultimo anno di legislatura. È questo, o poco più, il periodo che rimarrebbe, sempre che nel complicarsi dei rapporti tra governo nazionale e governo siciliano, specie in materia finanziaria, col nuovo anno non si trovi una ragione per andare al voto, lo Statuto prevede che si torni alle urne entro 60 giorni.
Perché la sostituzione dei tecnici targati con i parlamentari aveva, ed ha, il significato di un’assunzione di responsabilità in teoria diretta e più decisa da parte del parlamento e dei gruppi di maggioranza all’Ars. La soluzione, da sola comunque, anche per il modo in cui è nata, non porta con sé l’antidoto per scongiurare un clima difficile. La fine anticipata della legislatura rimane una ipotesi oggi più sbiadita e meno concreta, ma che non viene neanche esclusa del tutto da come sta per nascere il quarto governo Crocetta, che sembra sempre più quello del «vorrei ma non posso».
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