Mutuo da un miliardo: tutti contrari, ma in realtà tutti d’accordo, da Montante ai grillini

A PAROLE DICONO DI NON VOLERLO. MA GIA’ HANNO DECISO CHE SI FARA’. CON IL MOVIMENTO 5 STELLE E FORZA ITALIA CHE FARANNO DA ‘STAMPELLE’ AL GOVERNO CROCETTA

di Economicus

Un fatto sembra certo: il mutuo da un miliardo di euro sulla pelle dei siciliani si farà. Lo si è capito dal tenore delle dichiarazioni di ieri sera. Di fatto, tutte favorevoli al nuovo indebitamento della Regione. Da Milano, leggendo i giornali siciliani, noi abbiamo capito questo.

Forza Italia – che sembrava schierata all’opposizione – per bocca del suo capogruppo, Marco Falcone, ‘filosofeggia’ sul tasso d’interesse. Insomma: se la Cassa Depositi e Prestiti farà alla Sicilia un tasso del 2-2,5% – questo il ragionamento di Falcone – il mutuo si può fare. Addio opposizione.

Di gran lunga peggiore l’atteggiamento del gruppo parlamentare del Movimento 5 Stelle all’Ars, che ormai riesce ad essere, contemporaneamente, ‘schiacciato’ sul Governo di Rosario Crocetta – del quale fino ad oggi è stato ‘valida stampella’ – e sulla Confindustria di Antonello Montante. 

Quest’ultimo – che si sta dimostrando un ‘artista’ consumato della politica – con un fraseggio da grande ‘gesuita’, finge di attaccare il Governo Crocetta, ma in realtà lo difende (e difende, soprattutto, le tante poltrone che ha incamerato: l’assessorato di Linda Vanchieri, l’Irsap di Alfonso Cicero, l’Irfis e tutto il ‘sottogoverno invisibile’).

Un capolavoro dialettico, poi, la posizione di Montante sul mutuo da un miliardo: lascia intendere di essere contro, ma in realtà vuole solo che a pagarlo siano le famiglie siciliane e non le imprese.

Dobbiamo ricrederci: Montante sta dimostrando di essere abile: tant’è vero che si è tirato dietro i grillini dell’Ars, che invece di sviluppare una chiara azione di opposizione, ormai passano il tempo a fiancheggiare Governo e potenti. Siete messi proprio bene laggiù in Sicilia…

La posizione di Montante sul mutuo ‘ascaro’ – sposata forse con troppa fretta dal gruppo parlamentare del Movimento 5 Stelle a Sala d’Ercole – è, lo ripetiamo, una mossa abile. ma è una presa in giro dialettica.

Dire: facciamo pure il mutuo da un miliardo, ma non facciamolo pagare alle imprese siciliane con Irpef e Irap alle stelle per trent’anni, ma paghiamolo con i tagli agli sprechi è una doppia e pericolosa presa per i fondelli. Vediamo il perché.

In primo luogo, nella Sicilia del 2014, ridotta ormai sul lastrico dal Governo nazionale e dal Governo di Rosario Crocetta, c’è ormai poco da ‘raschiare’. Lasciare intendere che si possono trovare chissà quali soldi tagliando gli sprechi è sbagliato.

Certo, da quello che si legge nel Bilancio regionale gentilmente fornitomi dal direttore, le liquidazioni ‘eterne’ di certi enti e società regionali sono costate, fini ad oggi, 500 mila euro all’anno. Ma a parte il fatto che queste liquidazioni sono, da sempre, al ‘servizio’ della politica, già quest’anno c’è stata una riduzione.

Mettendo la parola ‘fine’ a tali liquidazioni si potrebbero trovare, solo per un anno, 300-400 mila euro. E negli altri 29 anni? Ricordiamo che, in trent’anni, il mutuo, calcolando gli interessi, costerebbe ai siciliani quasi 2 miliardi di euro!

La verità è che il mutuo da un miliardo di euro – quindi, come già accennato, 2 miliardi di euro da pagare in trent’anni – è una follia. Per un motivo semplice: perché non affronta in modo strutturale i problemi finanziari della Regione.

Da uno studio che abbiamo effettuato sui conti regionali – compresi i pagamenti già effettuati e nascosti dal Governo Crocetta – lo scenario è il seguente.

Il miliardo di euro di mutuo che la Regione dovrebbe contrarre verrebbe così ripartito:

– 450 milioni di euro servirebbero, almeno sulla carta, a pagare le multinazionali farmaceutiche;

– 200 milioni di euro per pagare le imprese siciliane;

– 300 milioni di euro andrebbero ai Comuni dell’Isola.

In realtà, è stato accertato che dei 450 milioni di euro, 300 milioni di euro sono già stati pagati. Dunque, questi 300 milioni di euro servirebbero alla Regione per fare ‘cassa’, cioè per la manovra di variazioni di Bilancio che, guarda caso, ammonta a circa 300 milioni di euro.

Ovviamente, questo il governatore Crocetta e l’assessore all’Economia, Luca Bianchi, non lo possono dire. Sennò il Commissario dello Stato impugnerebbe la manovra.

A rigore, infatti, una Regione si può indebitare per pagare i Comuni, non è ancora chiaro se si può indebitare per pagare le imprese, ma è assolutamente vietato indebitarsi con un mutuo per pagare la spesa corrente.

Su questo l’Ufficio del Commissario dello Stato si è già pronunciato quando, nel 2012, ha ‘bocciato’ un mutuo di circa 500 milioni di euro che l’allora Governo di Raffaele Lombardo avrebbe voluto utilizzare per spesa corrente. Ricordo di avere letto i particolari di tale impugnativa proprio su questo giornale.

Questo spiega perché Crocetta e Bianchi nascondono la verità all’Ufficio del Commissario dello Stato: perché se dicessero che 300 milioni di euro servirebbero per la spesa corrente, la legge sul mutuo verrebbe impugnata.

Detto questo, il mutuo è comunque un errore. Perché, al di là dell’abilità dialettica di Montante, il prestito peserebbe comunque sul ‘sistema Sicilia’.

Si avrebbe solo un effetto positivo nel primo anno con 800 milioni di euro di liquidità immessa nel sistema: 300 per la manovra di variazioni di Bilancio, altri 300 milioni ai Comuni e 200 milioni di pagamenti alle imprese siciliane (ammesso che le cose vadano così, perché qui a Milano circola sempre l’indiscrezione di pagamenti ai grandi gruppi nazionali: soldi che verrebbero trovati togliendoli in parte ai Comuni e in parte alla stessa Regione). 

Il prossimo anno, però, lo scenario sarebbe ancora più tragico. Perché il vero problema della Sicilia è il prelievo, ormai fisso, di un miliardo di euro dal Bilancio della Regione da parte del Governo nazionale per il pagamento del Fiscal Compact. E’ la follia dell’Unione europea che si ripercuote, a catena, dallo Stato alle Regioni, fino ai Comuni.

In parole semplici, il mutuo da un miliardo servirebbe solo a ritardare di un anno il default della Regione: e questo Montante lo sa benissimo. Il tempo di celebrare le elezioni europee con i ‘soldi in tasca’, aspettando “l’effetto rebaund” del 2015.

Presidente Montante, non è che lei si vuole candidare alle europee, magari con Alfano e D’Alia?

 

Redazione

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