Ora che sono non alla frutta, ma oltre la frutta, forse per i militanti e i dirigenti della destra è arrivato il momento di pensare alla riunificazione. Per tornare alle ragioni che, nella seconda metà degli anni 90, portarono alla nascita di Alleanza nazionale, sulle ceneri del Movimento sociale italiano.
Cè ancora tempo per rifondare un Partito che appena qualche anno fa, prima della disastrosa scelta del Predellino, poteva contare sul 10 per cento circa dellelettorato italiano? Non è facile rispondere a questa domanda. Anche perché Berlusconi, portando la sua coalizione al 30 per cento – risultato che ha ottenuto alle ultime elezioni politiche – ha, di fatto, trascinato con sé solo un pezzo degli ex di An: il riferimento è al movimento politico Fratelli dItalia di Ignazio La Russa e Maurizio Gasparri, che ha raggiunto poco più del 2 per cento.
Di fatto – è inutile girarci attorno – il Cavaliera si è mangiato Fini con tutta An, decretando, con la forza del consenso popolare che non lo abbandona, ma che anzi lo premia, il pensionamento forzato dellex presidente della Camera dei deputati.
E allora? E allora rifondare la destra in questo contesto non è facile. Ci vorrebbe provare, magari partendo dalla Sicilia, Nello Musumeci, che oggi, a Pergusa, ha riunito l’assemblea regionale dei Quadri dirigenti de La Destra. Spiega Gino Ioppolo, parlamentare regionale e segretario di questo partito in Sicilia: “Vogliamo essere il valore aggiunto a patto che la credibilità dei candidati e la bontà del progetto di governo locale sappiano cogliere le esigenze che emergono sempre più pressanti dal territorio”.
Ancora più esplicito Nello Musumeci: “Bisogna lavorare ad una nuova aggregazione che metta assieme le diverse anime che diedero vita ad Alleanza nazionale e di questo si discuterà alla Conferenza programmatica de La Destra fissata per luglio ad Orvieto. Divisi si perde e mai come adesso gli italiani hanno bisogno di valori ed ideali che solo una forte e moderna politica di destra può offrire”.
La sfida è lanciata. E oggi, a Pergusa, erano presenti tanti dirigenti, militanti e amministratori dei Comuni siciliani. Ma non sarà facile. Basti pensare che in Sicilia – la terra da dove vorrebbe iniziare a lavorare Musumeci per riaggregare gli ex di An – alle ultime elezioni politiche cera quattro o cinque sigle di destra in contrapposizione luna con laltra. In qeste condizioni è chiaro che lelettorato di destra, alla fine, opta per Berlusconi.
Musumeci dovrà, poi, superare un altro ostacolo: linvidia che i suoi ex colleghi di Partito hanno sempre nutrito nei suoi riguardi. E la sorte che tocca a chi nella vita – e quindi anche in politica – è bravo. Dovrà superare lostracismo di chi, tra gli ex di An, pur di non vederlo emergere, preferirà il suicidio. Può sembrare paradossale, ma tra gli ex di An, questo strano sentimento negativo, è piuttosto diffuso
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