Musumeci, Crocetta, Miccichè, i tre volti della Sicilia senza futuro

A meno di due settimane dal voto vogliamo esprimere qualche opinione sull’andamento della campagna elettorale. Ci occuperemo di cinque candidati alla presidenza della Regione e delle elezioni per il rinnovo dell’Ars. Perché solo cinque candidati su undici? Perché, con rispetto parlando, gli altri sei ci sembrano fuori gioco.

I cinque candidati alla guida della Sicilia sui quali esprimeremo qualche giudizio sono Nello Musumeci, Rosario Crocetta, Gianfranco Miccichè, Giovanna Marano (che va insieme a Claudio Fava dopo i noti fatti che hanno costretto quest’ultimo a fare un passo indietro) e Giancarlo Cancelleri.

Cominciamo col dire che, rispetto ai grandi e gravi problemi della Sicilia, i candidati che, fino ad oggi, a nostro modesto parere, hanno detto quello che pensano, sono Giovanna Marano e Giancarlo Cancelleri. Gli altri tre, sempre con rispetto parlando, hanno usato le parole per mascherare il pensiero.

Giovanna Marano e Giancarlo Cancelleri, con i programmi e con le parole, hanno detto a chiare lettere quello che intendono realizzare. Si sono occupati, ad esempio, di acqua e di rifiuti. Sull’acqua la candidata della Sinistra (la Sinistra vera), Giovanna Marano, ha detto che, una vota eletta, presenterà a tamburo battente un disegno di legge a Sala d’Ercole, sede del Parlamento dell’Isola, per tornare alla gestione idrica pubblica.

Sulla raccolta e sul trattamento dei rifiuti, il candidato del Movimento 5 Stelle, Cancelleri, ha illustrato i metodi più innovativi offerti oggi dalle nuove tecnologie, escludendo il ricorso ai termovalorizzatori.

Bastano già questi due argomenti – ma ce ne sono ancora altri – a squalificare i tre restanti candidati. Insomma, a meno
di due settimane dal voto per eleggere il nuovo presidente della Regione e la nuova Assemblea regionale siciliana dobbiamo dire a chiare lettere che Musumeci, Crocetta e Miccichè sono tre grandi delusioni.

Nessuno di questi tre candidati ha detto cose chiare sulla gestione dell’acqua, sui rifiuti, sul credito alle imprese, sull’Unione Europea e sull’euro che stanno distruggendo il nostro Paese, sui soldi che la Regione deve alle imprese, sulla sanità pubblica che il Governo Lombardo ha ridotto a un colabrodo, sulla crisi finanziaria della Regione, sulla mafia e su come combatterla concretamente e non con le chiacchiere.

Tutt’e tre i candidati, da oltre un mese, inondano i mezzi di comunicazione con luoghi comuni e banalità. “Parole, parole,parole”, recita una celebre canzone di Mina.

E’ vero, noi siamo di parte: da tre mesi ripetiamo che i siciliani che hanno a cuore le sorti della Sicilia non debbono votare per il Pdl, per il Pd e per l’Udc, cioè per i tre Partiti che sostengono il dannosissimo Governo Monti. E oggi lo ribadiamo: il Governo Monti sta massacrando il nostro Paese e sta affamando, in particolare, la Sicilia. Votare i tre Partiti che lo sostengono è un errore. Soprattutto nella nostra Regione.

Ma questi tre Partiti, oltre ad appoggiare il Governo Monti, hanno prodotto e continuano a a produrre altri danni alla Sicilia e ai siciliani. Prendiamo il Pd, Partito di doppiogiochisti, affaristi e ipocriti. Sull’acqua hanno fatto il doppio gioco: a parole hanno fatto sapere che si sarebbero battuti per la gestione pubblica; poi, nei fatti, all’Ars, durante la legislatura che si è conclusa, hanno fatto il possibile e l’impossibile per impedire a Sala d’Ercole di esaminare e approvare il disegno di legge proposto dal Comitato per l’acqua pubblica. Tutto questo in comune accordo con il Pdl e, soprattutto, con il presidente della Regione, Raffaele Lombardo, l’uomo dei grandi affari ‘acquatici’.

Il risultato è che, in Sicilia, l’acqua è ancora nelle salde mani dei privati, nonostante il referendum dell’anno passato che, a larghissima maggioranza, ha sancito, in Italia, il ritorno alla gestione idrica pubblica. Anzi, il Governo Lombardo, benché dimissionario, continua a inviare commissari nei Comuni dell’Isola per completare la privatizzazione della gestione idrica. Si sa, gli affari sono affari…

Davanti alla proverbiale arroganza di Lombardo e del suo Governo da quattro soldi ci aspettavamo, per esempio dall’onorevole Antonello Cracolici, capogruppo uscente del Pd all’Ars, una dichiarazione sulla questione idrica.

L’onorevole Cracolici, in questa campagna elettorale, ha avvertito l’esigenza di scrivere nei propri manifesti elettorali di essere espressione delle persone “per bene”. Ma chi è che si era ‘permesso’ di metterlo in dubbio? 

Bene – e i lettori ci perdonino il gioco di parole – come mai, onorevole Cracolici, non ha avvertito anche l’esigenza di stigmatizzare il comportamento del Governo Lombardo che invia commissari nei Comuni dell’Isola per completare la privatizzazione del servizio idrico? Forse la ‘chiusura’ degli affari ‘acquatici’ fa parte del programma di quel Governo del quale lei e il suo degno Partito avete fatto parte? O forse fate ancora parte di questo Governo regionale insieme con i suoi degni compari della formazione professionale, da Papania a Cardinale, da Genovese ad Adragna e via continuando?

Poi ci sono gli amici dell’Udc, altro Partito di affari e di affaristi. E di sepolcri imbiancati. Qual è la posizione dell’Udc sull’acqua? E’ vero che il suocero di Casini, l’esimio Caltagirone, come ha riferito in un’intervista al nostro giornale Saverio Cipiriano, esponente di Rifondazione comunista, ha interessi nella gestione idrica in Sicilia?

Cari dirigenti dell’Udc siciliana: non vi è bastato il progetto per il rigassificatore di Porto Empedocle? Non siete ancora ‘sazi’? Cosa volete di più? Arrestato Totò Cuffaro, avete gestito l’operazione rigassificatore con Lombardo, i bresciani e un assessore regionale a caso. Non vi è bastata questa succulenta ‘polpetta’? Non vi basta il deputato regionale che metterete all’incasso all’ombra della Valle dei Templi?

E lei, onorevole Rosario Crocetta, è con questi galantuomini dell’Udc, con Cracolici e con quella faccia di Coca cola di Giuseppe Lumia che vorrebbe realizzare la “rivoluzione”? Ma a chi vuole prendere in giro? Ci dica, onorevole Crocetta, qual è la sua posizione sui rifiuti?

Sa perché glielo chiediamo? Perché il suo Partito – il Partito al quale ha aderito, il Pd, e buona fortuna a lei – ha deciso, insieme con il Governo Lombardo, che a pagare il miliardo e 300 milioni di debiti (che forse sono molti di più) accumulati dagli Ato rifiuti saranno i cittadini siciliani con le ‘bollette’ maggiorate a partire dal prossimo anno. E hanno deciso, inoltre, il Pd, Lombardo e Legambiente, di far bruciare i rifiuti nelle cementerei siciliane.

Pensi, onorevole Crocetta: il Pd, Lombardo e Legambiente hanno fatto un casino contro i quattro termovalorizzatori di cuffariana memoria, che almeno – così ci dicevano, ma noi ovviamente non ci credevamo – avrebbero avuto i filtri per abbattere le emissioni di veleni nell’aria. I termovalorizzatori no, i rifiuti nelle cementerei sì.

Onorevole Crocetta, rispetto a questo tema ( o a quest’affare: faccia lei), qual è la sua posizione?

E sull’acqua, onorevole Crocetta, che cosa ci racconta di bello? Abbiamo letto, oltre un mese fa, una sua vaga dichiarazione circa la gestione pubblica dell’acqua. Non ci ha convinto, così come non ci convincono mai le dichiarazioni generiche. Come mai, se lei è veramente un paladino della gestione pubblica dell’acqua, non ha detto nulla – e continua a non dire nulla – sui commissari, probabilmente illegittimi, inviati da Lombardo nei Comuni siciliani? Forse per questioni di liste?

E poi, onorevole Crocetta, qual è la sua posizione sulla lotta alla mafia? Lei ci risponderà che parlano i suoi atti da Sindaco di Gela. Ci resta male se le diciamo che a noi non convince proprio la sua sindacatura a Gela? Sa, a noi la ‘schiumazza’, come si dice dalle nostre parti, non ci incanta: non ci incanta la ‘schiumazza’ di Confindustria Sicilia, figuriamoci se restiamo impressionati dalla sua, per giunta a Gela.

Non sempre, sulla lotta alla mafia, i punti di vista convergono: e il nostro punto di vista è molto, ma molto diverso dal suo. Sotto tutti i punti di vista. Tutti.

Onorevole Gianfranco Miccichè, anche lei è una delusione. Magari è più furbo degli altri, Ma la furbizia non sempre è sinonimo d’intelligenza. Soprattutto in politica. Qual è la sua posizione sugli affari di Lombardo con l’acqua? Ci rendiamo conto che, non ricordiamo se per la seconda o terza volta, se lo ritrova come alleato.

Sa, noi delle sue alleanze non siamo molto interessati. A noi interessano i fatti concreti. Lei è per la gestione pubblica o privata dell’acqua? Ancora non l’abbiamo capito. Così come non abbiamo capito qual è la sua posizione sui rifiuti. Chi è che deve pagare i debiti accumulati dagli Ato rifiuti tra ruberie e assunzioni clientelari? Pagheranno i responsabili di tali malversazioni o pagheranno i cittadini siciliani? La pensa come Lombardo o come noi?

Detto questo, non se ne abbia a male, ma, a parte le sue omissioni su acqua e rifiuti, non abbiamo capito quello che vuole fare. Seguiamo con attenzione i suoi comunicati. Quelli sul “no” al Muos di Niscemi sono interessanti. Peccato che il Muos inizia con Prodi Presidente del Consiglio dei Ministri nel 1996. E prosegue con Berlusconi Presidente del Consiglio dal 2001 al 2006. Scusi, onorevole Miccichè: ma lei dov’era in quegli anni? Sulla luna?

Solo ora si accorge che gli americani hanno scelto la Sicilia per piazzare un’arma micidiale di offesa che, forse, rischia pure di impedire l’apertura dell’aeroporto di Comiso?

Anche la sua posizione sullo snellimento della burocrazia non ci convince affatto. Lei, sostanzialmente, vuole eliminare le autorizzazioni. Solo controlli successivi. Per verificare, ‘dopo’, se chi ha autocertificato qualcosa ha detto il vero o il falso.

E quando ci troveremo con le coste totalmente ‘cementificate, palafitte comprese, andrà lei ad dire alla gente – mafiosi compresi – che dovranno essere abbattute? Si rende conto che la sua tesi è un favore ai ‘signori del cemento’? 

Onorevole Miccichè, le sue proposte, anche in materia di pubblica amministrazione, non solo non sono originali, ma sono superficiali: degne, per capirci, dell’acqua fresca che ci ha propinato il Governo Lombardo con la finta riforma della burocrazia regionale: una burocrazia regionale che, con Lombardo, è solo peggiorata.

E poi – e questo non vale solo per lei, ma per tutta la politica -: perché non dire all’onorevole Lombardo che la candidatura di suo figlio alle elezioni regionali è un pessimo esempio per le giovani generazioni?

Quando ancora c’erano i Partiti politici si provava ad avvicinare i giovani alla politica insegnando loro l’impegno e la passione: soprattutto l’impegno, fatto di paziente e faticoso lavoro. La militanza con gli altri giovani, l’impegno sociale, l’attenzione verso gli altri: in una parola, la politica come servizio.

Con Lombardo, un personaggio politico che ha peggiorato la già brutta politica siciliana, inquinandola con il suo trasformismo e le sue maggioranze variabili – forse il peggiore presidente della Regione siciliana della storia dell’Autonomia – abbiamo saltato i preliminari.

Perché il figlio di Lombardo è candidato alle elezioni regionali? Perché si è distinto nelle attività sociali? Perché da anni assiste portatori di handicap e anziani? Perché ha maturato esperienza amministrativa in un Comune? 

Niente di tutto questo: è candidato perché, appunto, è il figlio del presidente della Regione uscente e deve andare ad occupare il posto del papà, momentaneamente (ma solo momentaneamente?) incasinato con un piccolo ma sincero processo per mafia. Cose ‘normali’ nella politica siciliana.

Non a caso, nelle liste, gli inquisiti abbondano (l’unico non ‘candidabile’, a quanto pare, è Claudio Fava, perché si è iscritto nelle liste elettorali con tre giorni di ritardo, mentre gli inquisiti per mafia sono candidabilissimi e votabilissimi fino a condanna definitiva: non è stupenda la legge italiana così ‘calorosamente ”acclamata’ dalla Ministra Cancellieri?).

Insomma, Lombardo-figlio va candidato. E pazienza se il messaggio che passa tra le nuove generazioni non è dei migliori. E qual è questo messaggio che passa? Semplice: che per entrare in politica, per diventare deputato regionale non serve il lavoro e il sacrificio di anni: basta essere figlio di un politico importante, anche se inquisito (anzi, meglio se il papà è inquisito: entri prima) e, oplà!, la candidatura è cosa fatta. Ventimila euro al mese anche per lui e, magari, il vitalizio per il figlioletto. Ammuccamu!

Non l’uomo al servizio della politica e della collettività: ma la politica al servizio del figlio di papà di turno. Un ‘grande insegnamento’ per i giovani. Pedagogia politica allo stato puro. Di scuola lombardiana…

Musumeci, infine. Il più forbito dei tre candidati del sotto vuoto politico spinto. Rispetto ai due precedenti, ha l’eloquio alla Demostene. Conosce le regole della parola, Musumeci: parla, parla, parla.

Da oltre un mese Musumeci parla senza dire assolutamente nulla. Aria fritta raffinatissima. A parte, ovviamente, le banalità e i luoghi comuni. 

Qual è la posizione di Musumeci sull’acqua? E d’accordo sulla gestione pubblica o, come Lombardo, la vuole nelle mani dei privati? Onorevole Musumeci: chi deve pagare i debiti degli Ato rifiuti? I cittadini o i responsabili delle gestioni dissennate degli ultimi otto-nove anni?

Qual è la sua ricetta sulla riforma della pubblica amministrazione? Dove pensa di trovare i soldi, visto che Lombardo ha svuotato completamente le ‘casse’ della Regione? Dobbiamo continuare ad affidare i soldi che l’Unione Europea dà alla Sicilia nel settore della formazione professionale ai nove-dieci parlamentari titolari delle società per azioni ormai padrone quasi assolute del settore?

E poi chi sarebbero i suoi interlocutori, onorevole Musumeci? Le ‘anime morte’ del Pdl? Lo sa che, per la prima volta nella storia della politica italiana, gli elettori sono chiamati a votare per i candidati di un Partito – il Pdl, per l’appunto – che sta per scomparire? E sta per scomparire non perché lo diciamo noi, ma perché lo dice il suo fondatore, Berlusconi. Il quale si è stufato del Pdl e lo vuole sbaraccare.

Il Cavaliere pensa di avere creato un Partito inutile (e noi siamo d’accordo con lui: ha ragione da vendere). E ne vuole un altro. Se ne deduce che i siciliani, per il rinnovo dell’Ars, dovrebbero votare i candidati di un Partito – il Pdl – che sta per scomparire. A questo punto, meglio farli scomparire con tutto il Pdl: nessuno, in Sicilia, li rimpiangerà. Anzi, ce ne faremo subito una ragione.

Ci creda, onorevole Musumeci: di lanzichenecchi della politica, dalla Regione, ne abbiamo visti passare tanti. Ma ci è difficile, molto difficile trovare ‘banditi’ del calibro degli esponenti di Forza Italia prima e del Pdl dopo. Tutte le volte che li abbiamo visti all’opera negli assessorati regionali, chissà perché, dopo che andavano via erano sparite anche le mattonelle dei bagni…

Il rapporto tra linguaggio e realtà: onorevole Musumeci, ci vuole fare credere che lei cambierà la Regione siciliana con inviti generici alla “buona amministrazione”, quando tutti sappiamo con quali ‘banditi’ si accompagnerà? O forse dovremmo crederle perché vuole ridurre le auto blu? Via, parliamo di cose serie!

Concludendo, il nostro non vuole essere una manifestazione di sfiducia a Musumeci, Crocetta e Miccichè. E’ solo la presa d’atto d’una realtà. E la realtà è che, al di là delle chiacchiere, con Musumeci, con Crocetta e con Micchichè in Sicilia non cambierebbe nulla.

Non cambierebbe la gestione dell’acqua regalata ai privati; non cambierebbe la gestione dei rifiuti; la formazione professionale rimarrebbe nelle mani dei nove o dieci parlamentari nazionali e regionali che oggi infestano il settore accaparrandosi il 90 e oltre per cento dei fondi comunitari; non cambierebbe la gestione delle cosiddette energie alternative dove – il ‘caso’ di Gaspare Vitrano lo dimostra – è la politica a fare la parte da leone.

E, ancora, non cambierebbe l’agricoltura, ancora oggi gestita non per fare crescere il settore, ma per incrementare le clientele della politica; non cambierà la gestione delle attività produttive, come ha dimostrato il ‘caso’ dell’ex assessore Marco Venturi, abbandonato da tutta la politica siciliana quando ha cercato di mettere fuori i mafiosi dalla gestione dei grandi affari di questo settore. Non cambierà la gestione del turismo, un settore che serve non per incrementare i flussi turisti in Sicilia (che infatti non crescono), ma per a far arricchire chi ‘promuove’ la Sicilia in Sicilia.

Con Musumeci, con Crocetta e con Miccichè non ci sarà alcun polo automobilistico a Termini Imerese. Così come hanno fatto Lombardo e il Pd, questi signori, una volta al potere, cercherebbero di ‘governare’, a loro modo, i fondi pubblici stanziati per Termini Imerese, pensando più ad arricchirsi che ad arricchire il territorio.

E’ inutile che ci prendiamo in giro: né Musumeci, né Crocetta, né Miccichè assicurerebbero alla Regione siciliana quella svolta radicale oggi necessaria. Allora, cari lettori e cari siciliani, facciamo uno sforzo: lasciamoli tutt’e tre a casa.

Alla luce del vuoto politico espresso da questi tre candidati, noi consigliamo i nostri lettori e i siciliani di scegliere il futuro presidente della Regione tra Giovanna Marano, Giancarlo Cancelleri e tra gli altri sei candidati.

Se proprio, cari lettori, non riuscite a fare a meno di votare come presidente della Regione uno di questi tre personaggi, ebbene, evitate, almeno, di votare i già citati tre Partiti.

Non votate per Pdl, Pd e Udc. Sono tre Partiti che rispondono a interessi romani. Sono tre Partiti che non esiteranno a svendere a Roma quello che rimane dell’Autonomia siciliana pur di raggranellare risorse per le loro clientele.

Aiutateci e aiutatevi a tenere lontane le grinfie romane di questi tre Partiti dalla Sicilia.

 

 

Giulio Ambrosetti

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