Per la Sicilia si potrebbe profilare lo scenario di un ritorno in zona gialla alla luce dei nuovi casi di positività che nell’Isola superano le 300 unità nelle ultime ore. Si sta discutendo tanto, non solo in Sicilia, sullo scenario che determina i colori delle regioni, che viene stabilito in base al monitoraggio del contagio e all’incidenza del virus fatto dal ministero della Salute. Canoni che, secondo il presidente della Regione Nello Musumeci, dovrebbero essere rivisti.
Per il governatore siciliano, infatti, bisognerebbe tener conto del tasso dei ricoveri, la cui percentuale siciliana è particolarmente bassa. «In Sicilia, attualmente, siamo la seconda regione italiana per contagi Covid ma abbiamo, in totale, solo 21 ricoverati in terapia intensiva e 130 nei reparti ordinari, su 5 milioni di abitanti – ha detto il presidente Musumeci nel programma Agorà Estate, su Rai3 – Gran parte dei ricoverati, peraltro, risulta non vaccinata. L’esperienza deve indurci a rivedere il sistema, a fare scelte di buon senso. Sarebbe assurdo andare verso nuove restrizioni e chiusure con gli attuali criteri, determinando un disastro che non sarebbe sanitario ma economico».
Le dichiarazioni arrivano nel giorno in cui in Sicilia si registra il primo decesso dovuto alla variante Delta del Covid. A perdere la vita, a Marsala, nel Trapanese, è stato un uomo di meno di 60 anni che aveva qualche patologia. La vittima aveva già ricevuto la prima dose di vaccino. Nell’ospedale marsalese ci sono altre due persone che si trovano in gravi condizioni dopo avere contratto la variante indiana del virus Sars-Cov-2. Anche loro risulta avere ricevuto la prima dose del vaccino. «Impressionante – ha dichiarato un medico dell’ospedale marsalese all’Ansa – non solo la facilità di contagio della variante del coronavirus, ma anche come un soggetto si sia aggravato e come sia finito da casa sua alla rianimazione in sole 24 ore».
Tornando ai dati sulla pandemia, l’ultimo monitoraggio del ministero dice che l’indice Rt in Sicilia è compreso tra 0,51 e 0,63 per cento. Guardando alle ospedalizzazioni la percentuale di letti occupati in terapia intensiva è del 3 per cento mentre quella riguardante i posti in area medica è del 4. In entrambi i casi lontane dalla soglia d’allerta del 30 per cento.
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