Musumeci a Crocetta: “Lei affetto da isteria autoreferenziale, ecco le sue nomine ispirate al merito”

Che Nello Musumeci, leader de la Destra e dell’opposizione in Sicilia, tra i firmatari della mozione di sfiducia al Presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, fosse dotato di particolari capacità oratorie, si sapeva.  Una dialettica elegante che non gli ha impedito di  assestare, durante il suo intervento in Aula (qui potete seguire la diretta)  colpi durissimi a Crocetta. Con esempi concreti:

“Lei avrebbe dovuto fare la rivoluzione delle nomine, dando spazio al merito, al di là delle appartenenze. Bene, in 10 mesi 100 nomine, tutte improntate al merito: Giuseppe Antoci, Presidente del parco dei Nebrodi: un esperto botanico, direte voi… No, un ex candidato del Megafono; Marisa Mazzaglia, presidente del Parco dell’Etna: una vulcanologa, penserete… No, assessore del megafono al Comune Nicolosi; Francesco Calanna, presidente dell’Ente di Sviluppo Agricolo… Un agronomo competente? No, un ex deputato regionale del Pd; Saro Faraci, Presidente del Consorzio Autostrade Siciliane… ovvero il Presidente della squadra di pallavolo di Gela, amico di Crocetta…”.

Musumeci non può elencarle tutte le nomine ‘meritevoli’ , ma questi esempi sono certo illuminanti. E precedono un affondo micidiale:

“Lei è’ uno stregone eletto da siciliani che reclamavano un medico, e’ affetto da isteria autoreferenziale, un malato bisognoso di esposizione, preso dal complesso di Mose’ con la pretesa di scrivere le tavole del presente del futuro. Resta chiuso nella bastiglia: come Luigi XVI che aveva sottovalutato la rivolta del popolo, lei sottovaluta il malessere dei siciliani rischiando di fare la stessa fine del sovrano, politicamente parlando”.

 “E’ pronto a dare la sua amicizia a un mafioso per redimerlo – ha aggiunto – ma anche di cacciare un deputato che con un mafioso ha solo parlato.

 Lei e’ un uomo solo, chiuso in un fortino, pronto a sparare contro chi guarda con sospetto. Lei ha deciso di essere buono con le colombe a cui distribuire grano biologico, ma di lanciare polpette avvelenate ai falchi oltranzisti. In realta’ gli avvoltoi sono pronti ad avventarsi su un presidente che elargisce prebende. Un uomo solo al comando di una nave malridotta senza timone ne’ rotta, circondanto da questuanti, accattoni e mestieranti della politica. Lei resta l’ultimo fedele interprete della lezione di Pirandello: uno nessuno centomila”.

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Redazione

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