Frane, smottamenti, fango e detriti sulla carreggiata, pendolari costretti a percorrere strade impraticabili, frequenti interruzioni viarie tra Mussomeli e i comuni limitrofi. Da anni, gli abitanti del Vallone fanno i conti con i disagi della viabilità che peggiorano col maltempo. Sebbene, le criticità della zona siano state portate all’attenzione della Regione e del governo nazionale da cittadini e istituzioni, ad oggi nulla è cambiato. Il Comitato Cittadino per la Viabilità negata nel Vallone, nato alcuni giorni fa, scende in piazza stamattina. Protagonisti i residenti di Mussomeli, ma anche i pendolari dei comuni limitrofi della provincia di Caltanissetta, studenti, imprenditori, enti provinciali (Ance, Fenimprese, Movimento consumatori, Cna, ndr), sindacati e istituzioni.
Tra loro, in prima linea, c’è l’attivista mussomelese Francesco Amico, promotore del comitato. «Siamo in continua emergenza – racconta a MeridioNews – lottiamo contro la rassegnazione. La furia del maltempo nei giorni scorsi ha peggiorato una situazione già precaria da anni». E passa in rassegna vari esempi. «Sulla strada provinciale 38 che collega Mussomeli a Caltanissetta una voragine ha inghiottito un ponte, mentre sulla ex strada provinciale 20 Sutera-Mussomeli, un autobus con un gruppo di studenti provenienti da Milena, Campofranco e Sutera, è finito fuori dalla carreggiata a causa di detriti e fango». Per l’attivista, al danno si aggiunge la beffa. «E pensare che lo scorso maggio – dice – erano stati stanziati 200mila euro per l’avvio dei lavori di messa in sicurezza proprio di quel tratto di strada».
Sulla vicenda, il sindaco Giuseppe Catania sottolinea disagi e problematiche causati dalla mancata progettualità e manutenzione: «Le condizioni già precarie – ammette – sono state ulteriormente aggravate dalle recenti piogge, che hanno trasformato le nostre strade in mulattiere». Una situazione che pone il Vallone e i suoi abitanti in posizione d’estrema marginalità rispetto alle aree metropolitane. «La politica degli ultimi 15 anni – nota amareggiato – ha privilegiato le aree metropolitane a discapito dell’entroterra. Comuni dell’Ennese e del Nisseno sono stati sistematicamente tagliati fuori dalla Strategia Nazionale Aree Interne: con la perdita di risorse utili allo sviluppo». Allo stato attuale, l’amministrazione Catania ha disposto l’approvazione e il finanziamento dei lavori sui tratti della Mussomeli-Caltanissetta (da Bivio Valle a Serradifalco, compreso il ponte crollato), Mussomeli-San Giovanni Gemini, Acquaviva Platani-Mussomeli (dal bivio dello scorrimento veloce a Mussomeli). Sollecitazioni del sindaco al presidente del Consiglio dei ministri Conte e (oltre un anno fa) al presidente Mattarella, non hanno ottenuto nessuna risposta.
Contro il degrado sulle strade del Vallone si pronuncia anche Michele Giarratano, presidente FenImprese, portavoce dei lavoratori e delle aziende locali penalizzate da una «viabilità da terzo mondo». Giarratano punta il dito contro «i tagli perpetrati dagli organi istituzionali» responsabili di «scelte miopi». Pertanto, auspica un intervento immediato. «Chiediamo allo Stato, alla Regione e alle amministrazioni comunali di farsi portavoce del malessere, e insieme alle parti sociali avviare un percorso per realizzare una viabilità che permetta ai cittadini di spostarsi adeguatamente, e agli imprenditori di poter operare senza costi aggiuntivi».
«Anno dopo anno – aggiunge Caludio Mingoia, presidente Ance Caltanissetta – gli abitanti del Vallone percorrono tracciati inaccettabili (tortuosità, pendenze elevate, carreggiata di ridotte dimensioni). È stato sufficiente il ripetersi di eventi piovosi ed intensi, per far sì che il Vallone sia rimasto isolato. L’impraticabilità dei collegamenti – conclude Mingoia – limita i siciliani provocando un danno personale ed impoverisce ulteriormente l’economia più degradata dell’intera Europa». Massima solidarietà con il Comitato Viabilità Negata nel Vallone, arriva dal vescovo di Caltanissetta, Mario Russotto. «Una società in cui è difficile muoversi, comunicare tra territori e comunità diverse, separati da pochi chilometri che diventano abissi di distanza insormontabile – dice – è una società in cui si spegne anche la speranza della possibilità di uno sviluppo economico e civile».
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