Niente pregiudizi nei confronti del Governo di Giorgia Meloni da parte del movimento Sud chiama Nord guidato da Cateno De Luca. A metterlo in chiaro è stata la senatrice Dafne Musolino, presente in Aula al momento del voto di fiducia. Più che guardare al colore politico, infatti, la foza autonomista vuole concentrare l’attenzione su quelle che saranno le politiche per il Meridione, e quindi anche per la Sicilia, che l’Esecutivo intenderà portare avanti. Per tale motivo la Musolino si è astenuta.
Aspetto di «conoscere le azioni concrete – ha detto – che il Governo intenderà adottare per risolvere la questione meridionale, sulle quali ci troverà con una posizione di leale collaborazione, senza pregiudizi politici di parte e velleitari campanilismi ma al contempo non possiamo accontentarci oggi della teoria che parla dei problemi del Sud e rivendichiamo da subito misure rapide, concrete ed efficaci». A non convincere, al momento, la concretezza delle politiche che si vorranno attuare con «il Ministero del Mare e per il Sud – continua – le cui deleghe sembrano essere state ripartite su altri Dicasteri, i cui Ministri ci auguriamo che sappiano trovare il modo per collaborare insieme e soprattutto superare quelle posizioni che, già nel passato, hanno spesso contribuito a defraudare il Sud delle risorse che gli erano destinate, dirottandole verso il Nord, e verso opere e infrastrutture che venivano considerate “più strategiche”, condannando il Sud ad un arretramento progressivo e irreversibile».
Senza nascondersi in giri di parole e andando subito al dunque, la senatrice Musolino ha sollecitato l’Esecutivo ad intervenire con celerità in merito alla problematica dei Trasporti. «La continuità territoriale – prosegue – non può essere affrontata solo con la promessa della realizzazione del Ponte sullo Stretto, che ben venga, ma richiede una immediata revisione delle condizioni della concessione sessantennale della rete ferroviaria a R.F.I. spa per quanto riguarda l’alta velocità nel Sud Italia e in Sicilia». Consapevoli della tempistica necessaria per la realizzazione delle opere, Sud chiama Nord ha posto la necessità di «un intervento governativo – sottolinea – con i vettori aerei, per affrancare i siciliani e tutti i meridionali dal giogo delle tariffe aeree maggiorate in occasione delle festività, a causa delle quali i meridionali e i siciliani in particolar modo spesso si trovano costretti a dovere scegliere se spendere metà del proprio stipendio per raggiungere la famiglia al Sud o trascorrere il Natale in solitudine».
Risvolti, collegati alla carenza di Infrastrutture nella Mobilità, anche economici sui commerci e lo sviluppo del territorio. «La grande distribuzione – evidenzia – delle merci si trova costretta a sopportare costi maggiorati per il trasporto da e verso il meridione, con inevitabili ricadute che hanno portato anche alla penalizzazione commerciale del Sud Italia e della Sicilia escludendoli dalle grandi reti ferroviarie e dalle rotte navali che scelgono sempre più spesso di bypassare la Sicilia. Non è accettabile – chiosa – che l’ombra della mafia costituisca ancora l’alibi per giustificare la mancata realizzazione delle grandi opere».
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