Museo Belliniano, il cantiere ancora «in sospeso» La casa del compositore di Norma coi tubi a vista

Dentro all’androne del palazzo Gravina Cruijllas, al civico 3 di piazza San Francesco D’Assisi, una rete di colore verde scuro copre la recinzione del residuo di un cantiere rimasto lì dai lavori di restauro e messa in sicurezza iniziati nel 2011 con oltre un milione di euro di fondi per la ricostruzione post terremoto del 1990. A indicare che quella è la casa natale di Vincenzo Bellini c’è una targa fuori dal portone d’ingresso, mentre una lastra di marmo sulla parete prima della rampa delle scale ricorda che l’immobile è stata dichiarato monumento nazionale nel novembre del 1923. Nello stabile settecentesco, in parte abitato da alcuni condomini e in parte destinato a scopi istituzionali, dal 1930, c’è il museo civico dedicato al compositore etneo mentre al piano di sopra è ospitato quello dedicato allo scultore Emilio Greco.

Adesso, uno dei progetti inseriti nel programma triennale delle opere pubbliche, approvato la scorsa settimana dal Consiglio comunale di Catania, riguarda proprio i «lavori di adeguamento locali del Museo Civico Belliniano». Un progetto ancora in fase preliminare dal valore di 500mila euro di finanziamento di trasferimenti statali relativi al Patto per Catania per lavori di adeguamento normativo. «Si tratta di lavori di ristrutturazione dei locali e di adeguamento impiantistico per realizzare l’allestimento, già predisposto, per trasformare i locali in un museo multimediale». È questa la descrizione che fa il responsabile del procedimento per l’ente etneo, l’ingegnere Salvatore Marra

Per il progetto ambizioso ancora in fase di progettazione «prima di Pasqua abbiamo già espletato tutte le procedure preliminari e, nei prossimi giorni – spiega il rup a MeridioNews – procederemo alle verifiche di regolarità e all’assegnazione degli incarichi di progettazione». Troppo presto ancora per dare tempistiche definitive della fine dell’esecuzione dei lavori, «ma questa fase – assicura Marra – dovrebbe non andare oltre i 60 giorni previsti. Poi, ci sarà da acquisire il parere della Soprintendenza perché l’immobile è vincolato». Dopo le verifiche dell’organo del ministero dei Beni e delle attività culturali, si passerà alla pubblicazione del bando per l’affidamento dei lavori «che dovrebbe arrivare entro la fine dell’anno», si tiene largo Marra.

Intanto entrando nel cortile del palazzo, che negli anni passati ospitava concerti e appuntamenti culturali, saltano subito agli occhi fili penzolanti, tubi che escono dai muri e, appena sotto le cassette delle lettere, una parete spaccata che lascia in bella mostra i puntatori dell’acqua. Sbirciando dietro la rete scura che copre copre la recinzione del cantiere, si capisce che i lavori attualmente non sono nemmeno in corso. «I lavori non sono bloccati ma solo momentaneamente sospesi e quello all’ingresso del palazzo non è un cantiere – precisa Santi Bosco, consigliere comunale di Palazzo degli elefanti ma, in questa circostanza, amministratore di condominio dell’edificio – È solo un angolo del cortile impegnato ancora per il completamento dei lavori che riguardano la parte bassa della struttura». 

L’intero ponteggio smontato, pietre di grandi dimensioni, due carriole una sopra l’altra, tubi di plastica appoggiati alla facciata, una scala e perfino una sedia nera con le rotelle abbandonata lì, all’interno dell’area delimitata dalla rete dove è rimasta l’ultima parte dell’impalcatura del ponteggio. «È rimasto un piccolo residuo di quei lavori che riguarda la facciata interna del palazzo», afferma Bosco che, già nell’ottobre del 2016, aveva dichiarato a questa testata che i lavori erano quasi completi e che tutti i ponteggi sarebbero stati rimossi e le impalcature tolte nel giro di una settimana. Da allora è passato un anno e mezzo. «C’è stato qualche problema – ammette – legato soprattutto a delle dinamiche con la Soprintendenza per cui abbiamo dovuto rifare il calcolo dei millesimi per ripartire le quote di spesa fra i condomini. Siamo in attesa dell’approvazione delle tabelle ed è per questo che i lavori sono in pausa». Intanto, a farne le spese è lo stesso museo belliniano. «Gli ingressi ci sono – dicono alcuni dipendenti – ma sono soprattutto quelli inseriti in circuiti turistici organizzati o in appuntamenti culturali come la Notte dei Musei».

Marta Silvestre

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