Muos, Zucchetti sentito dall’Istituto di sanità «Alla commissione mancano i documenti»

Venerdì sarà un giorno importante per il futuro di Niscemi. La commissione dell’Istituto superiore di sanità (Iss), chiamata ad analizzare i rischi per la salute derivanti dal Muos darà un primo responso. Nelle stesse ore la cittadina del calatino si fermerà, a causa dello sciopero generale indetto non da un’organizzazione sindacale, ma dal movimento che lotta contro l’impianto militare di antenne satellitari degli Usa. «Sono stato ascoltato dagli esperti dell’Istituto – spiega Massimo Zucchetti, docente del Politecnico di Torino e consulente del Comune di Niscemi – Non so come finirà, ma la commissione concorda con noi su un punto: mancano alcuni dati fondamentali per esprimere un giudizio definitivo». Oggi pomeriggio il professore, insieme ad altri due tecnici designati dalla Regione Sicilia, verrà nuovamente sentito a Roma.

«So che i colleghi dell’istituto, su cui ho la massima fiducia e che non si lasceranno influenzare da pressioni esterne, volevano chiedere al ministero della Difesa nuova documentazione», spiega Zucchetti. A mancare sarebbero i dati sulle conseguenze delle onde elettromagnetiche sulla zona di campo vicino, cioè quella compresa entro 70 chilometri dalle parabole. Anche Agostino Monorchio, docente di Campi elettromagnetici all’università di Pisa e in passato collaboratore del ministero della Difesa, nella puntata della trasmissione Report dedicata al Muos andata in onda ieri sera, ha espresso forti perplessità sul lavoro degli esperti. «Non è serio pensare che in un mese si possa dare una risposta vista la complessità del sistema, servirebbe un anno di lavoro. Quindi – ha concluso – spero che la commissione ammetterà di non essere in grado di pronunciarsi».

Zucchetti intanto, in rappresentanza della contro-commissione di docenti che in questi mesi ha continuato a lavorare, presenterà all’Iss una relazione aggiornata che si basa su due certezze. La prima è che le misurazioni effettuate dall’Agenzia per la protezione dell’ambiente (Arpa) mostrano già un superamento dei limiti consentiti, «nonostante la stessa agenzia cerchi di minimizzare», precisa il docente del politecnico. L’altro punto fermo è la richiesta di applicare il principio di precauzione e di proporzionalità. «Il Muos non va installato a Niscemi, perché ci troviamo in una zona particolare, dove si concentrano numerosi soggetti inquinanti di varia natura», sottolinea Zucchetti.

In paese, intanto, si vive una situazione che il Comitato delle mamme definisce di «calma apparente». Gli attivisti preparano lo sciopero generale di venerdì 31 maggio, girando porta a porta nei quartieri, facendo volantinaggio e organizzando piccoli spettacoli. L’obiettivo è convincere commercianti e contadini ad astenersi dal lavoro per qualche ora. «Ma è dura in un paese a così bassa sindacalizzazione», sottolinea l’attivista Fabio D’Alessandro. Al cantiere da qualche giorno non si vedono operai al lavoro sulle parabole. Domani mattina una delegazione di parlamentari di Sinistra e libertà entrerà nella base militare statunitense. Con loro per la prima volta, come accompagnatori, ci saranno anche Zucchetti e il giornalista Antonio Mazzeo. «Non credo ci sia molto da vedere – ammette il docente di Torino – adesso i lavori sono fermi perché non c’è più niente da fare: resta solo da sollevare le parabole e accenderle, una questione di appena una settimana».

Altra data importante sarà quella del 6 giugno, quando il Tar dovrà pronunciarsi sul ricorso del ministero della Difesa contro la revoca delle autorizzazioni da parte della Regione Sicilia. Il comitato delle mamme sta organizzando una veglia per la notte precedente davanti alla sede del Tribunale amministrativo di Palermo. «Se il Tar darà torto al Ministero – conclude Zucchetti – la marina militare americana dovrà ricominciare dall’inizio l’iter per richiedere le autorizzazioni e la legge è chiara, non basteranno quattro incontri. Se invece gli darà ragione, il rischio su cui tutti dobbiamo vigilare è che si inaspriscano gli animi».

Salvo Catalano

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