«I lavori sarebbero sospesi, eh?». La foto della grande gru all’opera all’interno della base militare di Niscemi non lascia spazio a diverse interpretazioni: a dispetto delle dichiarazioni provenienti dalla Regione siciliana, la costruzione del Muos – il sistema militare di antenne satellitari del governo degli Stati Uniti – va avanti a pieno ritmo. Mercoledì c’era stato l’incontro tra il segretario alla Difesa degli Stati Uniti ed ex capo della Cia Leon Panetta e il ministro della Difesa Giampaolo Di Paola al termine del quale sono stati lasciati pochi dubbi sul destino dell’impianto: «Il sistema satellitare della Marina militare statunitense da installare in Sicilia – ha dichiarato Di Paola – è un asset strategico per lAlleanza atlantica, non solo per gli Stati Uniti. È una presenza importante che va portata avanti».
D’altro canto, nonostante le dichiarazioni rilasciate dal governatore siciliano Rosario Crocetta all’indomani dello scontro tra militanti e forze dell’ordine e la votazione dell’Ars che ha chiesto il ritiro delle autorizzazioni, non è stato ancora emesso alcun atto ufficiale che blocchi la costruzione del Muos. E il divario tra i rappresentanti della Regione e gli attivisti sembra aumentare sempre di più: l’incontro con l’assessore all’Ambiente Mariella Lo Bello di giorno 10 è stato rinviato, gettando nello sconforto la delegazione. «Non labbiamo vista e continua a prendere tempo perché in realtà non sanno cosa fare», dice a Ctzen Fabio DAlessandro del comitato niscemese.
Per continuare a tenere alta l’attenzione sul tema, oggi sono stati organizzati sit in, incontri e iniziative in tutta Italia per quella che è stata dichiarata giornata nazionale di mobilitazione No Muos. Da Bologna a Cagliari, passando per Venezia, Torino e Roma. Centro nevralgico di tutte le manifestazioni rimane Niscemi: nella mattinata sono stati gli studenti delle scuole superiori a sfilare per le vie del centro. Nel pomeriggio sarà la volta dell’«allegra informazione e resistenza». «Armati di chitarre, bonghi, palloncini e vestiti colorati, gireremo per la città, con un’iniziativa che divertirà noi e voi; perché – spiegano gli organizzatori – alla repressione dello Stato noi rispondiamo con un sorriso».
A Palermo al presidio locale si è aggregato il gruppo della Critical mass che ha organizzato una pedalata per dire no all’impianto. A Catania un gruppo di una cinquantina di manifestanti si è raccolto davanti alla prefettura. Qualche bandiera, uno striscione, un ragazzo che dipingeva temi no Muos su un lenzuolo bianco in mezzo ai passanti di via Etnea. La giornata per gli attivisti catanesi è iniziata con un presidio a Belpasso davanti alla sede della Comina srl, fornitrice della grande gru che per settimane ha incarnato il più grande timore degli attivisti. A presidiare i cancelli sbarrati della ditta, una quindicina di persone che si sono limitate a stare ai margini della strada provinciale sventolando le bandiere. Il tutto sempre sotto l’occhio della polizia che, sostengo loro, li abbia ripresi. «Ci siamo fatti riprese a vicenda, possiamo chiedere alla polizia per il controcampo», hanno detto scherzosamente.
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