Muos, mamma trascinata dalla polizia sviene «Ogni giorno è una guerra tra poveri»

«Quattro poliziotti l’hanno presa dalle braccia e dalle gambe e l’hanno spostata a bordo strada. Mentre la trattenevano, ha cercato di divincolarsi ma è scivolata sbattendo la testa sulla radice di un albero». Niscemi, lo scontro quotidiano tra attivisti No Muos e polizia è andato in scena anche stamattina, e a pagare le conseguenze peggiori è stata Samanta Cinirella, del comitato mamme di Caltagirone, che ha perso i sensi per qualche decina di secondi ed è stata trasferita all’ospedale di Niscemi. Per lei tre giorni di prognosi. Sono le parole di Concetta Gualato, altra mamma di Niscemi, a descrivere quanto successo.

L’ennesimo blocco si è verificato al passaggio di un convoglio diretto alla base militare statunitense dove è in costruzione il Muos: due camion bianchi della marina americana, scortati da una camionetta dei carabinieri e da una della polizia, insieme a diverse auto. Ad aspettarli sul sentiero in contrada Ulmo c’erano una quindicina di attivisti: ragazzi dei comitati e alcune mamme. Mentre le Nonne No Muos sono rimaste ai margini della strada.

«Devono transitare i militari – annuncia il commissario di polizia di Niscemi Gabriele Presti agli attivisti schierati al centro del sentiero – non rendetevi responsabili di reati. Spostandovi, il mezzo passerà e potrete rendervi conto di chi c’è sui mezzi». Ma i No Muos non si fidano più. Si è rotto ormai da tempo il patto con le forze dell’ordine che, per un periodo, si erano impegnati a non far passare gli operai. Scatta quindi un copione tristemente già visto. Gli attivisti si sdraiano a terra, le forze dell’ordine li spingono via e li trascinano di forza. Il tutto, com mostra il video, tra urla e insulti. «Non mi toccate, sono incinta di 40 giorni, se mi succede qualcosa è colpa vostra», urla a più riprese una mamma. «A maggior ragione si sposti, la metto direttamente sotto la mia protezione», replica il poliziotto, mentre un collega in borghese spinge la signora di lato.

«Siamo diventati tutti delinquenti – si sfoga Gualato – ci guardano a vista, ci fermano ai posti di blocco. Ogni giorno a Niscemi si svolge una guerra tra poveri, tra noi cittadini e le forze dell’ordine che fanno arrivare da Caltanissetta. Lo sanno questi poliziotti che le onde elettromagnetiche influiscono sul sistema nervoso dei bambini di 4 anni? Hanno dei figli questi signori? Noi combattiamo anche per loro». Il 31 maggio è previsto il responso della commissione nazionale che deve valutare i rischi sulla salute provocati dal sistema di telecomunicazioni militari. Per quel giorno si lavora all’organizzazione di una manifestazione nella piazza centrale di Niscemi per dire no a quello che gli attivisti temono sia un esito scontato che permetterà la messa in funzione del Muos.

Salvo Catalano

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