Muos, la difesa del Comando generale Usa «I test alle Hawaii dimostrano che è sicuro»

Sulla questione Muos interviene il Comando generale degli Stati Uniti d’America di stanza a Napoli. In una prima nota si spiega che «si è appreso da organi di stampa che alcuni funzionari del governo regionale siciliano hanno provato a consegnare ai militari della Marina statunitense di stanza a Sigonella un documento contenente richieste riguardanti l’installazione Muos di Niscemi». Non si danno ulteriori informazioni su eventuali contatti con il governo regionale. «Come già dichiarato dal segretario alla Difesa Leon Panetta durante la sua recente visita in Italia, il governo degli Stati Uniti è impegnato a considerare ogni preoccupazione riguardante il Muos, e a tale scopo continuerà a collaborare con le autorità italiane», conclude la nota.

Ma è un secondo testo diffuso ieri, in cui il Comando generale di Napoli nega le conseguenze negative sulla salute delle persone ed eventuali interferenze sul traffico aereo, ad offrire nuovi spunti di dibattito. «Dal 2005 – spiega la nota – la Marina statunitense opera a stretto contatto con il Ministero della Difesa per far sì che il sito Muos in Sicilia ottemperi alle normative italiane, dell’Unione Europea e degli Stati Uniti. Gli esiti di due studi sulla sicurezza condotti dalla Marina statunitense e dall’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente (Arpa) della Regione Sicilia indicano che dopo l’installazione del Muos le emissioni elettromagnetiche presso il sito vicino Niscemi rimarranno ben al di sotto dei limiti previsti dalla legge. Gli studi dimostrano anche che il Muos non inteferirà con i sistemi di comunicazione dell’aeroporto di Comiso». Uno dei riferimenti è allo studio realizzato dall’Arpa Sicilia e aspramente contestato nella seduta delle commissioni Ambiente  Sanità dell’Ars lo scorso 5 febbraio. In quell’occasione il nuovo direttore dell’Arpa Sicilia, Francesco Licata di Baucina, chiamato a rispondere sul mancato parere di impatto ambientale, richiesto ma mai rilasciato, sembrò in difficoltà. «L’Arpa ha dato un parere sulla base di quello che aveva», rispose.

A conforto delle sue tesi, i militari Usa avanzano un confronto con le altre stazioni di terra che formeranno il Muos (in totale sono quattro: Niscemi, Australia, Virgnia e Hawaii). «Il sito alle Hawaii – spiega la nota – si trova a meno di due chilometri dalle case di privati cittadini, mentre il Muos in Virginia ad una distanza di tre chilometri. Da oltre un anno il sito alle Hawaii opera in sicurezza e senza aver fatto registrare incidenti. Siamo nelle condizioni di poter assicurare che l’installazione in Italia rispetterà gli stessi rigorosi standard in materia di sicurezza e salute applicati alle installazioni presenti negli Stati Uniti». Alla fine della nota, tuttavia, si specifica che nel caso delle Hawaii «la città più vicina, che ha una popolazione di 17.000 abitanti, si trova a cinque chilometri». Mentre in Virginia si trova «a meno di tre chilometri da un agglomerato di circa trenta abitazioni private».

Per quanto riguarda le interferenze aeree, il Comando generale aggiunge:  «Il Muos alle Hawaii, operativo dal 2009, si trova a meno di venti chilometri dall’aeroporto internazionale di Honolulu, e non è stata registrata alcuna interferenza con le attività aeroportuali». E’ ancora il sito delle Hawaii, su cui sono stati svolti test a struttura già ultimata, ad offrire nuove informazioni. Le analisi, sostiene il comando, «hanno evidenziato che le effettive emissioni elettromagnetiche sono ampiamente al di sotto del limite massimo consentito dalla legge, per le persone che lavorano nel sito e per chiunque altro all’esterno. I risultati mostrano inoltre che l’antenna non interferirà con nessuno dei 2.409 sistemi locali o a distanza entro un raggio di 75 chilometri, incluso il nuovo aeroporto di Comiso». Sono queste le informazioni segrete che la docente dell’Università di Palermo, Patrizia Livreri, il 5 febbraio davanti alle commissioni riunite all’Ars, ha sostenuto di avere avuto i esclusiva?

Infine la nota sottolinea che «prima che il Muos di Niscemi diventi operativo, è previsto un periodo di test post-installazione sulle emissioni elettromagnetiche e i potenziali effetti sull’ambiente. I militari americani hanno invitato il ministero della Difesa italiano e i responsabili dell’Aroa Sicilia a partecipare a questi test. Il Muos sarà pienamente operativo solo quando i test finali saranno stati effettuati e la sua sicurezza sarà stata certificata dagli enti governativi competenti».

[Foto di Guglielmo Manenti]

Salvo Catalano

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