Muos, i comitati intervengono in Parlamento I periti del Politecnico: «L’Arpa ci ostacola»

Oggi è una giornata importante per i comitati No Muos, il movimento che si oppone alla realizzazione del sistema di antenne militari americano in costruzione a Niscemi. Nel pomeriggio tre delegati saranno a Roma per partecipare all’audizione della Commissione difesa della Camera e, subito dopo, a quella della Commissione d’inchiesta sull’uranio impoverito al Senato. I rappresentanti scelti dai comitati sono il giornalista Antonio Mazzeo, l’ex consigliere comunale di Vittoria Peppe Cannella e l’ambientalista Rino Strano. Con loro ci saranno anche i sindaci di Niscemi e di Vittoria, Francesco La Rosa e Giuseppe Nicosia.

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«Parteciperemo senza fare sconti a nessuno – comunicano in una nota i tre – Saremo intransigenti e porteremo le ragioni di chi denuncia oramai da anni il grave pericolo delle 41 antenne americane funzionanti dentro alla Sughereta di Niscemi e delle parabole militari del Muos in costruzione». Per l’occasione verranno anche consegnate le firme della petizione popolare. «C’è in gioco la salute di migliaia di cittadini e anche lo sviluppo economico della Sicilia, i Governi nazionali e regionali non possono fare finta di niente – continuano – Ci fermeremo solo quando i lavori verranno bloccati e solo quando l’intera area sarà bonificata e restituita ad usi civili». Nel frattempo è stata annunciata la mobilitazione permanente dei comitati e una grande manifestazione davanti alla base americana di Niscemi che si terrà all’inizio di ottobre.

Quella di oggi potrebbe anche essere l’occasione per discutere delle nuove omissioni emerse negli ultimi giorni in merito alla documentazione prodotta dall’Arpa Sicilia. Analisi che dimostrerebbero il grave pericolo che il sistema di antenne rischia di arrecare alla salute dei cittadini, ma che sarebbero state nascoste. La denuncia arriva dal dottor Massimo Coraddu e dal professore Massimo Zucchetti, consulente esterno e docente del Politecnico di Torino. I due si sono occupati del Muos in quanto consulenti del Comune di Niscemi e nel novembre del 2011 hanno presentato un documento di analisi del rischio. «I comportamenti omissivi di alcuni dei soggetti preposti alla tutela della sicurezza e della salute dei cittadini – hanno denunciato nei giorni scorsi i due tecnici – hanno ostacolato il nostro incarico, costringendoci a lavorare su una documentazione incompleta e gravemente lacunosa».

L’ente destinatario delle accuse dei tecnici di Torino è l’Arpa Sicilia, l’agenzia regionale di protezione per l’ambiente, colpevole di non aver divulgato due importanti relazioni istruttorie di febbraio e maggio del 2009, e di «non aver mai ufficialmente trasmesso e neppure informato dell’esistenza delle controdeduzioni espresse alla nostra relazione del novembre 2011, e delle recenti misurazioni effettuate». Nella documentazione che i consulenti del Comune di Niscemi lamentano di non aver mai visto, sono contenute informazioni importanti, sintetizzate dal giornalista Antonio Mazzeo. «Le misure dell’Arpas – scrive Mazzeo – confermano, sin dal 2009, l’esistenza di forti emissioni elettromagnetiche a bassissime frequenze (43 KHz), provenienti dalla Radio Naval Transmitter Facility di Niscemi, non rilevabili dalle centraline fisse della rete di monitoraggio. Ne risulta perciò che l’irraggiamento subito dalla popolazione è superiore a quello registrato dalle centraline di monitoraggio, che già raggiungevano il limite di legge fissato a 6 V/m».

Il secondo elemento riguarda il segreto militare che – sintetizza ancora Mazzeo riprendendo la nota dei professori – «ha impedito non solo una valutazione dei valori di campo elettromagnetico generato attualmente dalla base, ma anche una valutazione di quelle che dovrebbero essere le reali emissioni delle grandi antenne paraboliche Muos nel territorio circostante». In pratica l’Arpa Sicilia fino ad ora si è limitata ad «un numero di misure puntuali», mentre per il sistema di antenne in costruzione si dice costretta ad aspettare che entri in funzione. «Le chiamano verifiche post-installazione», conclude Mazzeo. Nelle amare considerazioni finali, Corradu e Zucchetti chiedono l’intervento delle autorità responsabili della salute dei cittadini per «fare chiarezza sulle responsabilità riguardo ai comportamenti omissivi del passato, ed ottenere in tempi rapidi e rendere pubblici tutti i documenti prodotti da Arpa Sicilia e da altri eventuali soggetti coinvolti». Infine, alla luce dei nuovi elementi emersi, chiedono che «tecnici di fiducia effettuino una nuova analisi indipendente dei rischi».

Salvo Catalano

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