Quattro giorni fa si era arrampicato su una delle antenne della base militare statunitense, ieri Turi Vaccaro, pacifista catanese, è salito più semplicemente su un albero, attorno al quale si è concentrata la resistenza degli attivisti No Muos. Erano una cinquantina ieri mattina per impedire l’ennesimo passaggio di un convoglio diretto al cantiere e formato da militari, ma anche da operai e materiale scortato dalle forze dell’ordine. Tra i manifestanti hanno fatto la loro prima apparizione i Nonni No Muos, una decina di anziani che si sono sdraiati a terra per impedire il transito dei mezzi. Ma anche loro, così come le mamme e gli altri attivisti, sono stati spostati di peso a bordo strada.
Nel frattempo si accende la polemica a seguito della decisione del ministero della Difesa di impugnare davanti al Tar la revoca delle autorizzazioni per la costruzione del Muos disposta dalla Regione. «Il ricorso è totalmente infondato e non rispetta l’accordo col governo nazionale – ha spiegato il governatore della Sicilia Rosario Crocetta – Trovo veramente singolare che il ministero abbia deciso di ricorrere al Tar anche perchè lo stesso ministro ha partecipato all’incontro tra i governi regionale e nazionale, che ha deciso la sospensione dell’installazione delle parabole, subordinando il proseguimento di tali lavori alla realizzazione dello studio sulla salute umana e la valutazione sull’impatto ambientale». Ma Crocetta parla di sospensione dei lavori e non di revoca delle autorizzazioni. Due cose diverse, perché se è vero che i lavori al cantiere del Muos sono formalmente sospesi in attesa dell’esito delle analisi della commissione nazionale, atteso per il 31 maggio, e che questa decisione è stata condivisa dal ministero della Difesa, il discorso cambia quando si parla della revoca. Quest’ultimo atto è stato disposto esclusivamente dalla Regione. E ciò è stato reso possibile dal fatto che il Muos sorge all’interno di un’area protetta, su cui la Regione ha competenza. A Palermo un’impugnativa da parte del Governo nazionale l’avevano messa in contro già lo scorso febbraio.
Ecco perché l’assessore regionale all’Ambiente, Mariella Lo Bello non è sorpresa. «Ce lo dovevamo aspettare – spiega a Ctzen – il ministero aveva solo due strade: revocare anche le proprie autorizzazioni o impugnare le nostre. E la decisione doveva avvenire entro 30 giorni dalla nostra revoca», disposta il 29 marzo. Ma il presidente della Regione non ci sta. «Trovo veramente assurdo questo comportamento, e trovo assurdo che un ministero pretenda da una regione comportamenti contrari alle normative vigenti. E’ pacifico infatti che, prima che possa realizzarsi qualsiasi impianto industriale, debbano essere effettuati studi sull’impatto ambientale e sulla salute umana. Se poi ci si riferisce al rispetto dei trattati internazionali, siamo completamente fuori strada. Non esiste infatti alcun trattato tra Italia e Usa sul Muos di Niscemi, c’è un accordo politico istituzionale che non ha valore di trattato e che pertanto non è obbligatorio, ma attiene soltanto alle politiche delle buone relazioni». Quindi Crocetta ha sottolineato il valore del diritto costituzionale alla salute, «uno dei diritti fondamentali dell’uomo e pertanto – ha affermato – anche gli accordi tra Stati assumono valenza minore rispetto a quel diritto. Mi dispiace sinceramente che il ministero della Difesa abbia fatto un passo indietro rispetto ad accordi con il governo, e che lo faccia in una fase in cui l’attuale governo, è alla fine del suo mandato».
Infine, altro argomento di dibattito è la commissione nazionale che entro il 31 maggio dovrà proncunciarsi sui rischi per la salute. Gruppo da cui sono al momento esclusi i tecnici designati dalla Regione e dal coordinamento dei comitati No Muos. Il Movimento cinque stelle, tramite il deputato Giampiero Trizzino, presidente della commissione Ambiente all’Ars, annuncia l’avvio di una controcommissione. «Ho deciso con il professor Zucchetti (Massimo Zuccchetti, docente del politecnico di Torino e consulente del comune di Niscemi ndr) ed è già pronta per lavorare sui dati – annuncia Trizzino – Adesso è importante che lassessore Lo Bello la faccia propria, perché al suo interno abbiamo raccolto i massimi esperti della materia». Ma Lo Bello, al momento, non intende accettare la proposta. «Non perché sono contraria – spiega l’assessore- ma perché, dopo le nostre lamentele, ho avuto garanzia dall’Istituto superiore di sanità che tutti e tre i tecnici da noi designati verrano a breve ascoltati dalla commissione. Fino ad ora si sono riuniti per la prima volta solo la settimana scorsa, non c’è nessuna esclusione». Quindi l’assessore chiede maggiore fiducia. «Non possiamo dire preventivamente che le analisi dell’Istituto superiore di sanità non ci piacciono – conclude – altrimenti dall’altra parte potrebbero replicare che anche le conclusioni del professor Zucchetti si saprebbero a priori. Dobbiamo lavorare insieme e fidarci».
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