Muos, è arrivata la gru nel cuore della notte Gli attivisti: «Presi a calci e manganellate»

La gru che i No Muos aspettavano da cinquanta giorni è arrivata nel cuore della notte, scortata da un ingente numero di forze dell’ordine. Trecento secondo i comitati, una settantina per la questura di Caltanissetta. Gli attivisti hanno provato a bloccare il passaggio in diversi punti, ma sono stati spostati con la forza e il mezzo speciale che solleverà le tre grandi parabole è riuscito ad entrare nella base americana di Niscemi intorno alle quattro e mezza di stamattina.

«Erano circa trecento divisi in blocchi – racconta Elvira Cusa, del comitato di Niscemi – noi una cinquantina. Ci siamo buttati a terra, ci hanno detto di alzarci, al nostro rifiuto ci hanno caricato. Non c’è stato nessun dialogo, anzi ci sono stati anche colpi di manganelli e calci. Io ho la mano e il ginocchio gonfi e come me anche altri ragazzi». Nessuno ha scelto di farsi medicare in ospedale. «Abbiamo preferito così anche se per qualcuno ce ne sarebbe stato bisogno», precisa Elvira. Per il capo di gabinetto della questura di Caltanissetta, Sergio Lo Piano, «non c’è stata nessuna carica, ma solo azioni di alleggerimento». I manifestanti hanno usato metodi pacifici. Circostanza confermata anche da Lo Piano. «Hanno fatto resistenza passiva – spiega il capo di gabinetto – si sono frapposti ai mezzi sfruttando l’oscurità e sono stati spostati di peso ai lati della strada, si è giocato un pochino naturalmente ma non mi risultano manganellate tanto che non ci sono contusi né da una parte né dall’altra». Ma i No Muos non ci stanno e parlano di «inaudita violenza».

È stata una notte molto lunga, iniziata intorno alle 22.30 quando è stato avvistato il convoglio con quattro camion e due gru della ditta Comina partito da Belpasso e ampiamente scortato. Il mezzo speciale ha proseguito oltre Niscemi sulla strada statale 115, per poi risalire da contrada Terrana, a sud della base militare. Nel frattempo nella cittadina le forze dell’ordine effettuavano diversi posti di blocco nei punti di accesso alla base, rallentando e in parte bloccando l’afflusso degli attivisti degli altri comitati avvertiti con messaggi e telefonate. A dare vita al primo blocco a contrada Gallo, intorno all’una e mezza della notte, sono rimasti dunque solo i pochi che già si trovavano al presidio, più altri attivisti che sono riusciti ad eludere i controlli. «Le forze dell’ordine hanno effettuato alcune cariche e la dinamica del blocco è stata particolarmente dura – raccontano in una nota i No Muos – ma i manifestanti sono riusciti a resistere sotto le manganellate per alcune ore».

La marcia della gru è ripresa, secondo la ricostruzione degli attivisti, intorno alle 3:30, mentre chi aveva preso parte al primo blocco veniva trattenuto dalla polizia per un paio di ore. Mezz’ora dopo, l’ultimo estremo tentativo di impedire l’accesso dei camion è avvenuto sulla strada provinciale che collega Niscemi a Caltagirone, nei pressi di contrada Vituso ad opera degli attivisti provenienti dalla città che nel frattempo avevano eluso i controlli. Anche qui, riferiscono i manifestanti, «le centinaia di forze dell’ordine che scortavano il convoglio non hanno esitato ad utilizzare le maniere forti per rimuovere fisicamente i singoli manifestanti. Dopo ore di resistenza civile, il convoglio è riuscito alla fine ad accedere alla base militare intorno alle 4.30».

All’alba si è svolta una veloce assemblea al presidio di contrada Ulmo, subito dopo i No Muos hanno iniziato ad informare i cittadini di Niscemi, a cominciare da quelli che andavano a lavorare nei campi, di quanto successo durante la notte. «E’ un atto di prepotenza inaudita, che tuttavia non ci indebolisce – dicono gli attivisti del presidio – Il passaggio di questo convoglio non è una sconfitta ma l’inizio di una nuova fase della resistenza all’installazione del Muos. Verrà probabilmente indetta a breve una grande mobilitazione per portare la questione alla ribalta nazionale». Le decisioni verranno prese nell’incontro del coordinamento regionale dei comitati previsto domani pomeriggio alle 15.

L’azione di forza avviene a due giorni di distanza dalla presa di posizione dell’Assemblea regionale siciliana che ha votato una mozione per chiedere la revoca delle autorizzazioni per il sistema militare di antenne satellitari statunitense. E tre giorni dopo l’annuncio del governo nazionale di dichiarare la base americana di Niscemi sito di interesse strategico nazionale. «Questo movimento andava fatto a novembre – sottolinea Lo Piano – poi è stato rinviato ma adesso c’è stato un cambio di disposizioni. Noi abbiamo ricevuto un input e lo abbiamo eseguito».

[Aggiornamento delle 14] – In tarda mattinata è arrivato l’intervento del presidente della Regione Sicilia Rosario Crocetta e dell’assessore all’Ambiente Mariella Lo Bello. Esprimono «tutto il loro rammarico rispetto agli incidenti avvenuti stanotte, causati dall’azione di accelerazione di trasporto all’interno dell’area militare di Niscemi di diverse attrezzature. Il governo regionale trova veramente singolare che si sia accelerata improvvisamente la procedura per il completamento del Muos, in una fase in cui sta acquisendo la documentazione necessaria alla sospensione dei lavori, in conformità alla mozione votata dall’Ars e alla necessità di introdurre nel territorio una strumentazione adeguata al controllo delle emissioni per proteggere la popolazione. I siciliani sappiano – afferma il governatore – che il governo siciliano non farà alcuno sconto sulla salute dei cittadini e, nel giro di qualche giorno, il provvedimento di sospensione dei lavori e della messa in mora dell’esercizio dell’ impianto Muos sarà emanato, per cui a nulla servono forzature di stampo autoritario per imporre alla Sicilia strumenti che potrebbero essere collocati in aree più idonee, dove non ci siano rischi per la salute dei cittadini».

[Foto di No Muos]

Salvo Catalano

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