Si aggroviglia sempre di più la Telenovelas del Muos di Niscemi. Oggi il Tribunale amministrativo regionale (Tar) della Sicilia ha respinto la richiesta di sospensiva presentata dal Ministero della Difesa. Il Ministero ha presentato ricorso al Tar contro la revoca delle autorizzazioni disposta qualche mese fa dal Governo regionale di Rosario Crocetta. Il Tribunale amministrativo della Sicilia non si è pronunciato sul merito della questione, ma si è limitato, come già accennato, a dire no al Ministero che chiedeva, in attesa del giudizio di merito, di sospendere il provvedimento adottato dal Governo Crocetta.
Che cosa succederà adesso non è facile da capire, alla luce della confusione creata dal Governo regionale. Oggi i giudici del Tar Sicilia, con un semplice no alla richiesta di sospensiva hanno, in realtà, detto tante cose. Proviamo a capire, senza la pretesa di riuscirci, quello che è successo e quello che potrebbe succedere nei prossimi giorni e nelle prossime settimane.
In teoria, oggi, il Tar Sicilia avrebbe confermato il blocco dei lavori in corso a Niscemi per la realizzazione del Muos, il sistema satellitare che i militari americani vorrebbero piazzare a Niscemi, nel cuore della nostra Isola. Fino ad oggi i giudici del Tar – e non il Governo regionale né, tanto meno, il Governo nazionale – sono riusciti a tutelare la salute di milioni di siciliani (e questa è la cosa più importante) e a mettere in difficoltà sia il Governo regionale di Rosario Crocetta, sia il Governo nazionale di Enrico Letta.
Come ci è capitato più volte di scrivere in questi ultimi mesi, la politica ha provato in tutti i modi a scaricare sulla Giustizia amministrativa un problema sociale e sanitario che dovrebbe essere affrontato dal Parlamento nazionale, dallAssemblea regionale siciliana e dai Governi Letta e Crocetta.
I giudici del Tar Sicilia hanno capito il gioco e, di fatto, oltre a dare una precisa indicazione culturale, politica e sociale (il no alla sospensiva contiene unindicazione precisa: la salute della popolazione viene prima di ogni altra cosa), hanno riconsegnato alla politica la ricerca di una soluzione del problema che sembra tuttaltro che semplice.
Il Muos di Niscemi, per la cronaca, è un sistema satellitare voluto dai militari americani. E stato approvato dai Governi nazionali Prodi e Berlusconi sulla pelle dei siciliani (le potenti onde elettromagnetiche che il Muos sprigionerebbe provocherebbero seri danni alla salute umana e all’ambiente). Con la pennellata finale della Regione siciliana (per la precisione, lassessorato regionale al Territorio e Ambiente) che si è pronunciata su alcuni aspetti legati allAmbiente.
Qualche mese fa, davanti alle proteste dei tanti Comitati No Muos, il Governo regionale di Rosario Crocetta ha revocato le autorizzazioni. Quali autorizzazioni?
La Regione siciliana non ha potestà su questioni militari. Si occupa di organizzazione sanitaria, ma non ha poteri sulla gestione di problemi sanitari creati, ad esempio, dal Muos.
Di fatto, il Governo Crocetta, invece di porre la questione politica del Muos a Roma, in sede di Consiglio dei Ministri, ha revocato improbabili ‘autorizzazioni’ rilasciate dallassessorato al Territorio e Ambiente. E lo ha fatto dando vita a una pantomima, coinvolgendo anche lAvvocatura dello Stato in contrapposizione allUfficio legislativo e legale della presidenza della Regione. Un papocchio giuridico.
Basta questa revoca a bloccare i lavori per la realizzazione del Muos? La questione non è semplice. E in ogni caso, come non hanno mancato di sottolineare i protagonisti del Movimento No Muos e le Mamme No Muos, i lavori, anche dopo la revoca, sono andati avanti lo stesso, anche se a spizzichi e bocconi.
La verità è che il Governo della Regione sperava che il Tar Sicilia concedesse la sospensiva al Ministero della Difesa. Per poter dire: Noi abbiamo cercato di bloccare i lavori, ma il Tar . Ma i giudici del Tribunale amministrativo regionale, invece, come già ricordato, hanno inchiodato la politica alle proprie responsabilità.
In questa storia, lo ricordiamo, nulla è chiaro. Non è chiaro nemmeno – lo ribadiamo ancora una volta – che forza abbia la revoca disposta dal Governo della Regione. Lunica cosa chiara – a nostro modesto avviso, ma è una nostra opinione e prendetela con il beneficio dellinventario, perché noi non siamo bravi come i giuristi che si sceglie il presidente Crocetta – è che, in questa storia di revoche che non si capisce bene che cosa abbiano revocato e di ricorsi e contro ricorsi si sta creando un danno: un danno economico per qualcuno che potrebbe trasformarsi in danno erariale per qualche altro.
Intanto, i Comitati No Muos, che debbono aver subdorato qualcosa di poco chiaro, annunciano che la lotta contro il mostro elettromagnetico di Niscemi è tuttaltro che conclusa. E secondo noi hanno ragione. Perché i casini giuridici e amministrativi che si stanno creando attorno a questa vicenda non sono normali. Anzi.
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