Muos, corteo tra attacchi al Pd e voglia di lottare Legale: «Non affidare tutto alle sedi giudiziarie»

Uniti contro la guerra, e l’inerzia che potrebbe derivare dal trovarsi davanti la potenza più forte del mondo. I toni utilizzati dagli attivisti No Muos, riuniti questo pomeriggio a Niscemi, sono quelli di sempre. Con in più la consapevolezza che adesso la partita si fa più intensa, dopo l’accoglimento da parte del Cga del ricorso del ministero della Difesa e l’imminente inizio del processo penale sui reati ambientali che sarebbero stati commessi costruendo il discusso impianto satellitare.

A prendere la parola, dopo e durante il corteo partito da piazza Vittorio Emanuele – per la prima volta la manifestazione si è tenuta nel centro della cittadina e non a ridosso della base militare -, sono state le tante voci che compongono il movimento. Da chi quotidianamente vive il presidio No Muos a chi, da lontano, segue la disputa giudiziaria e oggi ha voluto essere presente. Come nel caso dei NoTav della Val Susa, presenti con una delegazione. «Segno che i popoli in rivolta sono più che mai uniti e vicini», sottolineano gli attivisti siciliani.

Non sono mancati i riferimenti alla sentenza del Consiglio di giustizia amministrativa. E, nello specifico, all’iter che ha portato al pronunciamento che, di fatto, ha ribaltato il primo grado di giudizio. Quando, l’anno scorso, il Tar aveva dichiarato illegittime le autorizzazioni che avevano portato alla realizzazione delle tre parabole. «Perché tanta fretta al Cga? Perché devono fare la sporca guerra, ci sono i petrolieri che hanno chiamato Renzi a difendere i pozzi di petrolio – dichiara uno dei manifestanti al megafono -. Questi sono gli sporchi interessi che stanno dietro alla fretta e alla stampa di regime, e dietro a certe sentenze vergognose».

In tal senso, l’attacco è al partito di governo. «Il Pd è il vero responsabile di queste storture, questa combriccola asservita ai mercanti di armi, che sta facendo pagare queste schifezze a Niscemi, alla Sicilia, al popolo tutto», continua l’attivista. Per contrastare tali volontà la risposta secondo i partecipanti al corteo deve arrivare innanzitutto dal basso. «Noi non deleghiamo a nessuno questa lotta, sia esso un giudice, un politico. La lotta è in mano al popolo, la lotta non si ferma perché la verità è da questa parte», ribadiscono. 

Dello stesso avviso uno dei legali del movimento, Nello Papandrea: «Ci deve essere sempre l’azione di piazza perché una soluzione non può provenire solo ed esclusivamente da una sede giudiziaria, ma deve provenire dalla voce e dalle richieste di tutti, perché questa è anche una lotta politica» dichiara l’avvocato. Conclusi gli interventi, la serata continua con la musica. Momenti di condivisione che per gli attivisti dovranno continuare nei prossimi mesi. «Ci aspetta una dura estate», conclude uno di loro.

Simone Olivelli

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