Muos, Cga dispone nuove verifiche sull’impianto «Sentenza politica, calpestati diritti delle persone»

Una sentenza non definitiva che dispone nuovi accertamenti sul Muos. È questo il cuore della decisione del consiglio di giustizia amministrativa della regione siciliana con cui viene in parte ribaltata la decisione del Tar con cui erano stati accolti i ricorsi dei comitati No Muos e di LegambienteIl 13 febbraio i lavori erano stati dichiarati «abusivi». Subito dopo era arrivato il ricorso in appello da parte del ministero della Difesa che puntava il dito contro le scelte dei giudici di Palermo, sottolineando in modo particolare come «le opere destinate alla difesa militare, così come la materia della sicurezza del traffico aereo sono di competenza esclusiva dello Stato».

Nel nuovo capitolo di questa vicenda il Cga ha scelto di ritenere opportune alcune censure proposte dal dicastero italiano. Pur riconoscendo l’invalidità della cosiddetta revoca delle revoche del governo Crocetta del luglio 2013 – con cui di fatto si era dato via libera ai lavori – annulla le revoche del 2013 (quella con cui la Regione ritira le autorizzazioni date nel 2011). Decisione motivata da fatto che il governo regionale non avesse fatto un’istruttoria sufficiente. In uno dei passaggi della lunga sentenza si mette nero su bianco ad esempio come «effettivamente sussisteva l’incompetenza della Regione siciliana a occuparsi dei profili che riguardavano il traffico aereo dell’aeroporto di Comiso». «La sentenza ci lascia molto amareggiati e perplessi – replicano gli avvocati Sebastiano Papandrea e Paolo Ottaviano del coordinamento regionale dei comitati No Muos – in quanto non appare in alcun modo condivisibile la considerazione per cui l’annullamento delle autorizzazioni, fatto dalla Regione non sia legittima».

Secondo i giudici gli accertamenti e le verifiche disposte in primo grado «non offrono una risposta conclusiva e convincente». Un’incertezza che potrà essere spazzata via soltanto con ulteriori accertamenti. Il collegio ha stabilito che a compiere le analisi dovranno essere «due scienziati di chiara fama», rispettivamente nominati dal presidente del Consiglio nazionale delle ricerche e dal presidente del Consiglio universitario nazionale e tre ministri governativi. Cinque componenti in totale che dovranno verificare gli effetti delle onde elettromagnetiche generate dall’impianto e l’eventuale conformità alla normativa in relazione alle già esistenti stazioni di radiotrasmissione presenti a Niscemi. Altro punto che sarà sul tavolo della commissione sarà quello legato alla possibilità che il Muos possa mettere in pericolo «la sicurezza del traffico aereo civile». 

«In che modo – spiegano gli avvocati Papandrea e Ottaviano – potrebbe mai essere considerato un organo obiettivo un collegio così sbilanciato a favore del governo, di cui un ministero, quello della difesa, è una delle parti in causa? Una sentenza – spiegano attraverso una nota – che più che su un piano giuridico ci sembra muoversi su uno politico, calpestando ancora una volta i diritti delle persone». A occuparsi delle spese, come si legge esplicitamente nelle pagine della sentenza, sarà direttamente il Comune di Niscemi che dovrà anticipare i costi di vitto, alloggio, viaggi ed esami strumentali, di tutti i componenti del collegio di verifica. 

Oltre a quello di Niscemi il progetto ingloba altri tre satelliti e di altrettante stazioni terrestri in Australia, nelle Hawaii e in Virginia. La decisione che emessa dal tribunale amministrativo regionale aveva segnato una svolta storica per chi si oppone all’istallazione. Una lunga battaglia di resistenza sul campo alternata a quella portata avanti nelle aule amministrative e giudiziarie. La prossima udienza è stata fissata per il 16 dicembre 2015, il Muos intanto continua a essere sotto sequestro

Dario De Luca

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