«Numerose e quotidiane» accuse, lettere, raccolte di firme: tutte con un unico destinatario, il Comune di Catania. Mittenti, i genitori degli alunni diversamente abili che raccontano di «insufficiente se non addirittura mancata erogazione di servizi cogenti, previsti dalla legge, di integrazione scolastica e trasporto alunni disabili nei centri riabilitativi di competenza del Comune di Catania». La denuncia è stata raccolta dai consiglieri comunali di maggioranza Sebastiano Arcidiacono, Carmelo Nicotra, Giuseppe Catalano, Elisabetta Vanin del gruppo Con Bianco per Catania ed Ersilia Saverino del Megafono che hanno presentato un’interrogazione urgente al sindaco Enzo Bianco e agli assessori competenti (Angelo Villari per le Politiche sociali e Giuseppe Girlando per il Bilancio).
Un documento dal contenuto simile era stato presentato già il 16 luglio 2014 e l’amministrazione aveva annunciato la creazione di un tavolo tecnico per «valutare una più efficace utilizzazione dei fondi per l’integrazione scolastica»; per garantire l’assistenza sarebbero state cercate altre risorse. Ma «ad oggi tali servizi risultano essere insufficienti nel caso dell’assistenza igienico personale e non erogati per l’assistente all’autonomia e alla comunicazione e al trasporto degli alunni anche nei centri riabilitativi», scrivono i consiglieri. Eppure si tratta di diritti sanciti anche da numerose sentenze del Tar e regolati da apposite norme che hanno spostato l’assistenza prima alle regioni e poi agli enti locali, con l’obbligo – stabilito dalla legge 104/92 – «per gli enti locali di fornire l’assistenza per l’autonomia e la comunicazione personale degli alunni con handicap fisici o sensoriali» grazie a docenti specializzati.
I consiglieri comunali si fanno portavoce delle istanze dei genitori dei piccoli alunni: «È deprecabile immaginare che un cittadino, in particolare un bambino che versa in condizioni di disabilità, per rendere esigibile il proprio diritto debba ricorrere agli organi di giustizia a fronte di numerosissimi pronunciamenti della stessa che vedono sempre soccombente l’ente locale per la mancata e ingiustificata erogazione dei servizi previsti dalla legge», sottolineano. E chiedono all’amministrazione risposte sui tempi di risoluzione e se nel bilancio preventivo 2015 (che verrà approvato entro il 31 marzo) verranno stanziati dei fondi ad hoc. Inoltre, i quattro chiedono al sindaco e agli assessori – oltre ai risultati derivati dagli incontri con il tavolo tecnico – se si intende «evitare un sicuro aggravio per le casse comunali derivante dai numerosi ricorsi all’autorità giudiziaria che vedrebbero soccombente l’ente locale».
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