Lunico risultato più che probabile, nellimmediato, della polemica sul disegno di legge di riordino della gestione delle risorse idriche in Sicilia, è che i commissari liquidatori degli Ato resteranno al loro posto, nonostante i termini siano scaduti. Questo, proprio perché non cè la nuova legge che cambi in modo radicale il sistema vigente, fallimentare sotto tutti i punti di vista.
La proroga non piace ai deputati del Movimenti 5 stelle, ma è una conseguenza dellimpasse venutosi a creare in IV Commissione legislativa dellArs, dove è in atto un duro scontro tra Pd e Governo, che coinvolge gli stessi grillini, con gli attacchi rivolti dal Pd al presidente dellorganismo parlamentare, Giampiero Trizzino. E, mentre, lattenzione è puntata proprio sulle beghe politiche, i tempi di discussione del disegno di legge si allungano, almeno fino a dopo lestate.
Proprio ieri – ha detto oggi in conferenza stampa Trizzino – il democratico Lupo (Giuseppe Lupo, segretario regionale del Pd ndr) ha chiesto un nuovo rinvio dellesame in Commissione, per far sì che Governo e maggioranza trovino unintesa. Nel frattempo interverrà la pausa estiva e se ne riparlerà, dunque, a settembre. Intanto, dovranno essere prorogati i commissari liquidatori degli Ato.
Oggi, Trizzino e laltro rappresentante grillino in IV Commissione, Valentina Palmeri, hanno esposto il loro punto di vista sulla vicenda. Contro le notizie false messe in giro da qualcuno, è stato detto. Ma anche, crediamo noi, per provare a uscire dallangolo in cui il Movimento è stato messo per la difficoltà a gestire una situazione politica che ha creato confusione tra gli stessi sostenitori del M5S sullatteggiamento tenuto in Commissione in relazione alla decisione sul disegno di legge da esaminare. Contraddizioni, vere o presunte, enfatizzate dal Pd che ha attaccato, insieme allassessore regionale, Nicolò Marino, lo stesso Trizzino, reo di aver appoggiato il dietrofront del governo sulla pubblicizzazione della gestione dellacqua in Sicilia.
Considero una sconfitta – ha detto Trizzino – che in sei mesi non si sia portata a casa la riforma del servizio idrico. Il problema fondamentale è un Governo che non dialoga con il principale partito della sua maggioranza e si muove in modo diametralmente opposto alla sua stessa maggioranza. E poi, diventa facile puntare il dito sulla Commissione che ha lavorato sei mesi per esaminare i disegni di legge presentati e per studiare la situazione degli Ato.
Ma, allora, cosa è avvenuto, in realtà, in Commissione?. Sei mesi fa, la commissione ha incardinato 4 disegni di legge sulla gestione dellacqua, dei quali due di iniziativa parlamentare e 1 di iniziativa popolare. Tra questi, quello del democratico Giovanni Panepinto, che è stato scelto come testo sul quale lavorare. Noi sostenevamo quello di iniziativa popolare e anche su quello avevamo presentato degli emendamenti.
Su quel disegno di legge la Commissione ha lavorato fino a giugno. Una sottocommissione ha ascoltato i commissario degli Ato, i gestori privati, i rappresentanti dei Forum per lacqua pubblica, tracciando il quadro di un fallimento gestionale disastroso. Il giorno della chiusura dei termini per la presentazione degli emendamenti, il Governo ha presentato il suo disegno di legge.
Si crea il caos, racconta Trizzino che ricorda di aver messo ai voti in commissione la scelta del ddl sul quale lavorare. A maggioranza – dice lesponente del M5S – è stato scelto quello del Governo. Anche alcuni dei deputati del Pd in Commissione hanno accettato le mosse del Governo. E tutto scritto nel verbale dei lavori della Commissione.
E uno dei punti dello scontro col Pd, partito che rivendica la coerenza del suo comportamento in difesa della ripubblicizzazione della gestione dellacqua. In realtà, come spiega lo stesso Trizzino, al momento della votazione, soltanto due dei 4 commissari Pd erano presenti e soltanto uno, Maria Cirone, sembra favorevole a esaminare il testo governativo, chiedendo che però fosse conciliato col lavoro fatto in 6 mesi.
Comunque – insiste Trizzino – è già sorprendente che i deputati Pd si dicano sorpresi perché il Governo che loro sostengono come maggioranza, presenti un ddl a loro insaputa.
Per ammissione di Valentina Palmeri, i grillini sono rimasti vittime dei giochi di partito sulla paternità del disegno di legge da discutere e approvare, ma a noi tutto questo non interessa.
Noi – ha rimarcato Trizzino – anche per smarcarsi dalle polemiche sulla preferenza di un testo rispetto a un altro – non chiedevamo una legge piuttosto che unaltra. Noi chiedevamo buona legge che rispettasse principi referendari, le norme europee e italiana e le sentenze della Corte Costituzionale.
In questo senso, la posizione dei grillini coincide con le osservazioni dellassessore Marino sul fatto che il suo testo eviterebbe limpugnativa del Commissario dello Stato perché è lunico a tener conto delle norme statali e comunitarie.
Valentina Palmeri ha ribadito la posizione per la ripubblicizzaazione della gestione delle risorse idriche. La gestione privata è stata un fallimento. Un bene comune come lacqua non può essere in mano ai privati, che non garantiscono uguale trattamento e tariffe uguali per tutti i cittadini. La nostra priorità è la gestione pubblica dellacqua, attraverso enti a capitale totalmente pubblico, gestiti con criteri industriali, senza interferenze dei politici. Vogliamo una visione della materia a livello regionale, attraverso un ambito unico regionale, suddiviso in vari subambiti che gestiscano il proprio bacino idrogeologico.
Quanto al rapporto con Sicilacque, la posizione è altrettanto chiara: Auspichiamo la ripubblicizzazione immediata, una strada che è percorribile. Incalzeremo il Governo affinché questo risultato sia raggiunto in tempi brevi.
I grillini hanno pensato anche al personale della società, con emendamenti che prevedono che i dipendenti del gestore privato abbiano la precedenza negli eventuali concorsi per le assunzioni nei nuovi enti gestori.
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