Movida e regolamenti, così si perde il centro storico «Chiediamo le stesse cose dai tempi di Cammarata»

C’era una volta il centro storico più grande d’Europa, l’Unesco, le pedonalizzazioni che fanno rifiorire il commercio, la Ztl. E poi c’è chi in quel centro storico non riesce proprio a vivere, a mandare avanti la propria attività. Una guerra tra poveri che va avanti da più di dieci anni e che ancora pare lontana dal terminare. Eppure «sono più di dieci anni che qui tutti parlano di risolvere il problema del rumore e nessuno fa niente». Già, perché, mentre l’acqua passava sotto i ponti puntualmente si prometteva a residenti e gestori dei locali una soluzione alla annosa diatriba tra chi vuole lavorare, portare a casa il pane, pagare i propri dipendenti, far divertire qualche cliente e chi molto più semplicemente vuole dormire. Controlli, sequestri, sanzioni, in questi anni non hanno certo risolto il problema di una città che vuole vivere, anche di notte, ma che allo stesso tempo non può permettersi di nuocere a chi ne abita il centro storico.

«Mi ricordo – dice un residente di via Chiavettieri – che alla prima riunione a cui ho partecipato c’era ancora il sindaco Cammarata. È stato al Tribunale, c’erano quelli dei locali e una signora che raccontava che doveva mettere i materassi sopra le finestre per fare entrare meno rumore. Per dormire o guardare la televisione. E il bello è che noi dopo più di dieci anni siamo ancora qui a parlare di queste cose e a sentirci dire che sistemeranno tutto al più presto». Ed effettivamente il regolamento sulla movida varato, non prima di mille peripezie, dalla precedente amministrazione Orlando, così come le azioni della polizia municipale nei confronti di quanti tenessero il volume troppo alto nei propri locali, non hanno mai sortito l’effetto sperato e di certo non possono rappresentare una soluzione definitiva alla questione movida. Una guerra tra poveri, quella combattuta da residenti, che sono addirittura scesi in piazza, armati di cuscini per protestare di fronte al palazzo comunale e dai commercianti, che pure devono impegnarsi su un altro fronte, quello dei dehors. 

Anche riguardo all’occupazione degli spazi esterni dei locali il problema si ripresenta puntualmente, è sul tavolo dai almeno due sindacature e tiene in ansia i gestori. Quello attuale, infatti, è un regolamento transitorio, che scadrà fra due mesi rendendo tutti abusivi a meno di un un intervento del Consiglio comunale dall’1 gennaio tutti gli esercenti con sedie e tavolini all’aperto saranno irregolari. Starà dunque a Sala delle Lapidi decidere se si intende votare un regolamento definitivo oppure si preferisce prorogare ancora una serie di norme provvsorie?. Intanto, in attesa di regolamenti diurni e notturni, altri gestori di locali, così come altri residenti, fanno squadra per cercare di sconfiggere il degrado, acuito dagli avventori che schiamazzano, fanno uso di droghe e spesso addirittura arrivano a orinare nei pressi di alcuni locali, specie in zona Sciampagneria. E mentre pedonalizzazioni e incentivi fanno contante una parte il rifiorire di alcune zone del centro, dentro il perimetro della Ztl, ci sono realtà sopite che rischiano di chiudere gli occhi per sempre. Come nel caso delle attività che ancora vanno avanti nei pressi delle zone interessate dai cantieri per l’Anello ferroviario. 

Gabriele Ruggieri

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