Otto ulivi che hanno assistito alle diverse fasi della storia siciliana, dalla dominazione araba a quella spagnola fino ai nostri giorni. Un terreno dall’aspetto quasi selvaggio, incastrato tra i palazzi di Motta Sant’Anastasia. Ma adesso in via Zuara, al posto di un’area verde, l’amministrazione ha disposto la realizzazione di un asilo. E il piccolo angolo naturale rischia di non sopravvivere. Così scatta la corsa per la loro salvezza, attraverso l’inserimento degli otto ulivi nell’elenco degli alberi patriarchi d’Italia.
«Abbiamo saputo che in questo terreno si dovrà realizzare un edificio scolastico», racconta Giuseppe Sperlinga, docente universitario, biospeleologo e presidente dell’associazione Stelle e ambiente. Assieme a un gruppo di volontari ha registrato le misure degli alberi – alcuni dei quali superano i cinque metri di altezza e i quattro di larghezza del tronco – per compilare la richiesta di tutela all’azienda foreste demaniali. «Se viene riconosciuto, l’albero viene protetto», e le sanzioni per il loro abbattimento vanno da cinquemila a centomila euro.
L’amministrazione ha assicurato che gli esemplari verranno semplicemente spostati e ripiantati nel parco comunale, ma «il nostro timore è che arrivino le ruspe», afferma preoccupato Sperlinga. E infatti
un primo esemplare sradicato si trova nel bel mezzo del terreno. Nelle ultime settimane è stata disposta una prima pulizia dell’area che nel corso del tempo non ha visto altri interventi di mantenimento. Però, nonostante qualche lastra di eternit e dei rifiuti sparsi, «si mantiene in ottime condizioni di naturalità», analizza lo studioso.
L’area di via Zuara era inserita tra quelle da trasformare in parco urbano. Poi la variante, decisa all’interno del piano delle opere pubbliche del Comune mottese. «È un sacrificio troppo grande, non ce lo possiamo permettere». Il presidente dell’associazione propone anche un’alternativa: «Si potrebbe realizzare un’aula verde per le scolaresche e un’area per la cittadinanza». Una formula di successo, già sperimentata in passato dall’associazione che il docente presiede. «Abbiamo realizzato dei laboratori con le scuole medie di Motta e abbiamo avuto molto successo».
La vicenda di Motta avviene a poco tempo dalle polemiche seguite all’abbattimento di alcuni ulivi colpiti dal batterio Xylella in Salento. «Non possiamo correre il rischio di perdere questo enorme patrimonio che abbiamo la fortuna di aver ereditato».
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